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Che tristezza!

Post n°260 pubblicato il 20 Maggio 2010 da Nuta
 

Questione Prandelli

 

Questa è la mia ricostruzione dei fatti.

Mia, ribadisco.

Fine estate 2009: Abete, amico di Diego Della Valle, chiede al Patron viola se per caso Prandelli è disponibile ad allenare la Nazionale dopo i mondiali dell’anno successivo e, soprattutto, se la società viola è disposta a cedere il suo condottiero a fine stagione.

Diego accetta la proposta, cavandone tutta una serie di vantaggi: soprattutto economici e politici.

Poi affida a Corvino l’onere di trovare un degno sostituto.

Da questo punto di vista il DS viola ha lavorato come sempre molto bene, ottenendo un sì da molti mesi a questa parte dall’ex allenatore del Cagliari Allegri, disposto per venire a Firenze ad un ingaggio ben inferiore a quello percepito dal tecnico di Orzinuovi.

Cellino si accorge della trattativa, l’ambiente si sgretola, il Cagliari perde punti su punti, finché Allegri viene esonerato a sorpresa anzitempo.

Nel frattempo spunta il Milan che, a causa dei problemi interni legati a Leonardo, che poi deciderà di farsi da parte, individua in Allegri la figura ideale per la panchina rossonera.

Allegri a quel punto viene tentato di mandare all’aria l’accordo verbale con Corvino, in nome di un contratto molto più ricco offertogli da Galliani.

Attualmente non so se il tecnico livornese propenderà per allenare i viola o i rossoneri, ma credo che la seconda ipotesi possa essere molto più credibile e ciò metterebbe Corvino in condizioni di fare una scelta di riserva.

Ma torniamo a Prandelli: il Mister viola fa presente fin dall’inizio della stagione quelli che sono i punti deboli della squadra, chiedendo di provvedere affinché possa garantire la giusta competitività.

A quel punto, forse per la prima volta, la società viola non collabora con Prandelli, che deve adeguarsi.

Da lì in poi è tutta una serie di avvenimenti negativi, in direzione opposta alle ambizioni del Mister, che poi corrispondono con quelle della tifoseria: Andrea Della Valle che si dimette da Presidente, parole chiare sull’autofinanziamento e sulla impossibilità di effettuare investimenti mirati se non autofinanziati, le dimissioni infine di Diego Della Valle da Patron della Fiorentina, carica peraltro più simbolica che reale.

Prandelli capisce che non tira più aria.

A un certo punto della stagione gli viene anche chiaramente detto, pare a febbraio, a seguito della vicenda Mutu a cui fece seguito una sua richiesta inevasa di un acquisto per sostituirlo (il no di Cassano, da questo punto di vista, fu deletereo).

Successivamente a quel periodo la Fiorentina inizia a peggiorare il suo rendimento, fino a crollare negli ultimi due mesi: più dell’assenza di Mutu e degli infortuni, ha potuto il clima velenoso che la squadra ha dovuto respirare e la confusione in cui giocoforza è caduto il nostro condottiero Cesare.

A primavera Prandelli viene caldamente invitato ad accogliere la proposta Nazionale, ma lui vorrebbe allenare ancora una squadra di club: è un uomo di campo, con le giuste ambizioni.

Se proprio deve lasciare la Fiorentina, allora che vada dove vuole!

La Juventus si fa sotto e fa capire che potrebbe offrirgli il posto di allenatore bianconero, ovviamente con un contratto di tutto rispetto.

Prandelli è persona corretta, avverte la proprietà di questa possibilità, ma Diego Della Valle non sente ragioni, in forza di un accordo già raggiunto a suo tempo con Abete.

Il rapporto fra i due si raffredda totalmente.

Diego si dimette e pretende da Prandelli il rispetto del contratto: o alla Nazionale o alla Fiorentina, in un contesto decisamente negativo per lui.

Corvino viene caldamente invitato, e con lui tutti i dirigenti viola, a “far paura” pubblicamente a Prandelli, dicendo che lui resterà al 100%.

La Juventus, nel frattempo, cerca altrove e trova Del Neri.

Oggi la Federazione italiana, sollecitata probabilmente da Diego Della Valle, dopo un lungo periodo in cui è stata costretta a rimanere alla finestra, pronuncia la sua offerta ufficiale.

La Fiorentina dà la sua disponibilità e mette Prandelli in condizione di scegliere: andare alla Nazionale o restare un anno alla Fiorentina dove nessuno lo vuole più.

Cosa succederà?

Ci sono due possibilità: o lui accetta, oppure rifiuta restando a Firenze a mangiar fiele, liberandosi poi definitivamente tra un anno con il contratto in scadenza.

Ma può un uomo come Cesare Prandelli accettare questa seconda possibilità?

Non ci credo proprio.

Per me, a questo punto, lui andrà via e farà il suo lavoro per la Federazione italiana, con la segreta speranza di tornare ad allenare un club fra qualche anno.

L’unica curiosità che mi rimane è sapere come ne usciranno tutti a livello mediatico, cosa dichiarerà Prandelli, cosa dirà la società a proposito delle dichiarazioni a questo punto totalmente bugiarde che sono state fatte, come pagherà Corvino tutti coloro che hanno scommesso alla SNAI che Prandelli sarebbe rimasto, seguendo il suo suggerimento…

 
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