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Castelli in provincia di Novara - Momo - Torre di S. Pietro (NO)

Post n°177 pubblicato il 06 Aprile 2014 da Novara_e_dintorni
 

 

momo

a cura di Giovanni Uglietti

Lungo la strada regionale n.229 vi è una edicola sacra eretta in onore di San Pietro. Poco oltre affiora dal tetto di un porticato, ciò che resta della torre campanaria della chiesa dedicata appunto a San Pietro. La torre, sempre considerata anche punto di avvistamento, è una massiccia costruzione quadrangolare databile alla metà del secolo XI, con lati di 4.5 metri e muri con spessore di oltre 1,5 metri. L'altezza attuale è di circa 8 metri ed è interamente costruita con ciottoloni e pietre disposti orizzontalmente, con pietre angolari grossolanamente squadrate. Ancora ben evidente resta la decorazione ad archetti pensili in cotto a gruppi di tre, divisi dalla lesena centrale. L'adiacente chiesa di San Pietro, di cui gli ultimi resti furono rimossi sul finire del secolo XIX, è documentata come antica Parrocchiale dal 1211 e si ritiene essere la prima chiesa cristiana del paese, posta nell'antico "vicus". In esso vi era murato un cippo romano detto "di vero", ora esposto al Museo Lapidario di Novara e vi furono rinvenute monete di Marco Antonio. Con le costruzioni vicine, ancora oggi ricordate come "ospizio", dovevano costruire il primo nucleo di edifici per una congregazione religiosa ispirata a San Filippo Neri, prevista dal momese Giovan Battista Cavagna nel luglio 1603. Al di là delle leggende che vorrebbero l'ospizio collegato al castello mediante un sotterraneo, va rimarcata l'importanza di questa area per la presenza di una porta vigilata e la confluenza di strade vitali fin dall'antichità. In questo punto di probabile incrocio fra un "cardo" e un "decumano" della centuriazione romana, si incontravano infatti l'antica via "Settimia" e la via "Strella". La prima, poi via "Francisca", proveniva da Novara attraverso gli originari nuclei abitati di Vignale, Isarno, Caltignaga, Mirasole, Savonera e Momo passando fra il castello e il monastero, arrivando qui da ovest sulla strada detta "al Cardino", appunto da "Cardo", poi via Cardino fino al 1961 quando venne improvvisamente mutata la denominazione nell'attuale via Risorgimento. La seconda strada confluente, la via "Stella", ancora così denominata a sud del paese (notoriamente utilizzata dalle greggi per evitare le strette strade dei centri abitati) si ricongiungeva nell'ampio spazio antistante la chiesa di San Pietro, ancora ben evidenziato dalla mappa Teresiana, dopo aver percorso quella che oggi è la strada centrale di Momo, lambendo a sud l'antico "burgus", ancora detto dialettalmente "borg", che si sviluppò poi attorno alla chiesa romanica di San Martino, citata nel 1347 come "ecclesia in villa", più volte rimaneggiata.

Fonte: http://www.comune.momo.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=23896

 
 
 

Castelli in provincia di Novara - Momo - Castrum Vetus (NO)

Post n°176 pubblicato il 06 Aprile 2014 da Novara_e_dintorni
 

 

momo

a cura di Giovanni Uglietti

Chi giunge sulla piazza Libertà di Momo non ha certo la sensazione di trovarsi nell'area del "castrum vetus", una notevole realtà del passato che occupava una superficie fortificata di circa 11000 metri quadrati, più il fossato e l'area di sicurezza. Oltre un millennio di storia, spesso devastante, consente comunque il riapparire, in tutta la loro imponenza, degli elementi essenziali. Proprio nell'angolo nord - ovest della piazza è ben visibile, nei pressi della fontanella, il muro della cortina difensiva del lato nord, simile ai resti del lato sud, visibile solo da un cortile privato. Si tratta di murature compatte in ciottoli d'Agogna legati con resistententissima malta, completati con paramento esterno a spina di pesce. La loro larghezza alla base è di 1,6 mt. circa con scarpa esterna, mentre l'altezza è di circa 6 mt. Queste mura cingevano il castello per una lunghezza di circa 450 mt. Una fortificazione così estesa, comprendente anche la chiesa di "Santa Maria in castrum", poi trasformata nell'attuale chiesa Parrocchiale, era certo espressione di un centro di potere assai forte e ramificato sul territorio, come confermano i documenti artistici. Ed è in un rogito del 1 dicembre 1087 che compare la prima esplicita menzione del castello. Si tratta di una promessa di matrimonio con scambio di dote, rogata all'Isola di San Giulio, fra la giovane Gisla, "onesta femina" e Adamo da Momo, "vivente secondo la legge longobarda", il quale, come "Morgencap" o dono del mattino, promette alla futura sposa un quarto dei suoi beni fra cui una "caneva" posta nel castello. La presenza della "caneva", una specie di magazzino generale per tutta la comunità, è considerata un fatto singolare per i castelli piemontesi tanto da fare ipotizzare per Momo una vera e propria cittadella fortificata. Fra le sue mura, negli anni 1132 - 1133, per circa sei mesi, venne ospitato l'imperatore Lotario III e, quasi a conferma della sua importanza, nel 1154 Federico Barbarossa la assediò e distrusse insieme alla "villa". Compatibilmente con le ricorrenti crisi del tempo, la fortezza fu ricostruita con nuovi criteri ma nuovamente distrutta durante la guerra del 1357 - 58 fra i Visconti e il Marchese del Monferrato. Anche in seguito testimoniò le vicende dei maggiori proprietari, i Cattaneo da Momo, venendo sempre indicato come "castrum vetus". Nuove vicende storiche e familiari dei "domini" imposero adattamenti alla struttura e mutazioni di proprietà, tanto da vedere presenti importanti casati quali i Barbavara, i Della Porta, i Tornielli, i Visconti di Fontaneto, i Pescatori, i Boniperti, i Caccia e gli Avogadro. Questa importante realtà storica e urbanistica si può leggere tuttora nelle sue mutazioni, percorrendo le attuali via Visconti a nord della piazza, via Silva a ovest della chiesa, via Binaghi a sud e via Garbarini a est, dove si vedono ancora i resti del portone ad arco con lo stemma araldino dei Cattaneo di Momo, riconoscibile per le tre conghiglie. Questo percorso anulare che generò la "villa" attigua è esattamente lo stesso del fossato che delimitava il "castrum".

Fonte: http://www.comune.momo.no.it/ComSchedaTem.asp?Id=23894

 
 
 

massino visconti (NO) - vista del castello

Post n°175 pubblicato il 30 Marzo 2014 da Novara_e_dintorni
 

Buona settimana da Novara e dintorni!

 

massino visconti

 
 
 

Castelli in provincia di Novara - Invorio (NO)

Post n°174 pubblicato il 30 Marzo 2014 da Novara_e_dintorni
 

 

torre viscontea invorio

Alta 16,5 m, la torre a circa 5 m dal suolo, sul lato meridionale, presenta un'apertura, la porta originale, architravata, sormontata da una targa marmorea con lo stemma dei Visconti, il ben noto biscione che ingoia un bimbo a braccia aperte. Questa apertura consentiva l'accesso alla torre mediante una scala mobile a pioli o di corda, che veniva appoggiata al ripiano antistante la soglia, del quale retsano ancora le mensole.Internamente la torre è vuota, ma si suppone che un tempo fosse divisa in piani, costruiti in legno, collegati da scale che permettevano di salire sulla somità per controllare il territorio; è completata da una merlatura ghibellina con merli a coda di rondine, aggiunta alla struttura originale nel 1931 da Giuseppe Bologna, proprietario della villa ove trovasi la torre. Costui provvide inoltre a rimettere in efficienza la scala in legno, per mezzo della quale si accede alla sommità, che, per maggiore stabilità, fu sostituita nel 1965 da una rampa e da un ballatoio in ferro fino all'altezza della porta originale. Posta all'interno di una vasta proprietà privata, è la parte meglio conservata di un complesso di edifici risalenti al XII-XIII secolo e costituenti il castello visconteo di Invorio, fortificazione strategicamente importante, presidio dei confini meridionali del Vergante, distrutto tra il 1356 e il 1358 per volere di Galeazzo II Visconti, quando infuriava la guerra con il marchese del Monferrato per il predominio del Novarese.Attorno alla torre sorgono tratti di mura che dovevano costituire il primitivo recinto collegato alla stessa. A queste mura fu addossato a levante, intorno al secolo XIV, un fabbricato che subì nel corso del tempo notevoli trasformazioni. Pare che, nell'Ottocento e sino al 1870, sia stato adibito ad osteria paesana.Probabilmente intorno allo stesso secolo XIV fu costruito quel secondo recinto, molto più ampio del primo, che contornava tutta la collina dove sorgeva la dimora viscontea. Di questo recinto esiste ancora un buon tratto di mura verso ponente, nonchè qualche resto delle costruzioni che vi erano attigue, una delle quali doveva probabilmente costituire la cisterna del castello. Nell'angolo di nord ovest si apre una porta d'ingresso che dà accesso ad una strada la quale, costeggiando la recinzione, raggiunge il maniero. Proseguendo da questa porta verso il paese si incontra un robusto arco d'ingresso, sovrastato dallo stemma con il biscione, che dava su case di pertinenza del castello.

Fonte: http://www.comune.invorio.no.it/torre.html

 
 
 

Castelli in provincia di Novara - Ghemme (NO)

Post n°173 pubblicato il 29 Marzo 2014 da Novara_e_dintorni
 

 

ghemme

Epoca: XI secolo; completato alla fine del XV. Conservazione: il ricetto di Ghemme è visitabile. Come arrivarci: Ghemme è raggiungibile in auto (autostrada A26, uscita Romagnano Sesia) e in treno con la linea Novara-Varallo Sesia. Il centro è situato sulla strada che collega Novara con la Val Sesia. Cenni storici L’area attorno al comune di Ghemme è stata abitata fin dalle epoche più remote; infatti, i ritrovamenti attestano insediamenti umani risalenti al IV millennio a.C. Ghemme viene citata per la prima volta con il nome di focus Agammi in un documento dell’anno Mille e diventa di grande importanza quando si trova al centro della contesa tra le opposte fazioni dei guelfi Brusati e dei ghibellini Tornielli, agiate famiglie del Novarese. Durante le lotte tra queste due famiglie, in cui ci furono distruzioni e saccheggi in tutto il territorio, fu costruito il castello-ricetto di Ghemme; si trattava di un vero e proprio borgo fortificato, come ne esistono altri in Piemonte (vedi Candelo-Biella), di forma rettangolare (153 x 83m) con numerosi cortili interni, una via acciottolata, da cui dipartivano i vicoli, che creavano isolati irregolari, e torri cilindriche poste agli angoli Nord-Ovest, Sud-Ovest del quadrilatero. In questo ricetto trovavano rifugio sia gli uomini sia gli animali, e venivano immagazzinati anche i viveri necessari alla comunità. Ghemme fu protagonista di altri avvenimenti storici oltre le lotte tra guelfi e ghibellini. Infatti nel XIV secolo essa fu occupata dal Marchese del Monferrato, durante gli scontri con i Visconti, e nel XV secolo fu sede del trattato di pace fra Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, e Filippo, fratello di Amedeo IX, duca di Savoia. Questo celebre trattato ancora oggi viene ricordato con manifestazioni e rievocazioni storiche. Ciò che affascina sicuramente il visitatore moderno di questo piccolo centro del Novarese è l’atmosfera carica di antiche suggestioni date dagli stretti vicoli e dagli splendidi edifici che rievocano con il loro aspetto l’epoca medievale. Gli edifici con i caratteristici muri di ciottoli posti a spina di pesce ed intervallati da corsi di mattoni, decorati da finestre a sesto acuto, si articolano in diversi vani: al piano inferiore c’è la cantina, a quello al superiore l'abitazione, dotata di camino sporgente verso l'esterno, ed al di sopra un "solario" utilizzato come deposito del grano. Da visitare, inoltre, oltre ai vari monumenti presenti nel ricetto, il castello Cavenago di origine cinquecentesca. Il Cavenago. Il castello, che domina la collina coltivata a vite e l’abitato, si presenta come un quadrilatero con torrioni angolari, di cui uno è stato trasformato nel Seicento in un piccolo oratorio dedicato a Santa Rosa da Lima. Informazioni utili Municipio: via Roma 21 - 28074 - Ghemme (NO) Siti internet: www.ciaonordovest.it - www.ilcavenago.it. Il ricetto di Ghemme è sempre visitabile esternamente. è possibile vedere alcuni locali interni prenotando all’A. T. Pro Loco di Ghemme.

Fonte: http://www.mondimedievali.net/castelli/piemonte/novara/ghemme.htm

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 05/04/2008
 

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