Cogito ergo sum

S.d.e.(seconda parte )


Parlavamo di s.d.e.E quando questa sensazione di estraneita' non la cerchiamo come forma di tutela o di "sopravvivenza" come dico io , ma ci piomba inaspettata addosso? Che si fa?Voglio dire. Un bel giorno ti chiedi "ma chi ho vicino? "L'idea che tu credevi di avere di una persona (parlo di persone a noi care o comunque molto vicine) va a farsi benedire per i motivi piu' svariati e questa persona , un giorno, si dimostra diversa da quell'idea che noi avevamo di lei. Cosa fare? Come sensazione e' ancora piu' sgradevole di quella descritta nel post precedente. Primo perche' ti chiedi che cavolo di idea ti eri fatta, poi perche' pensi di essere  stata stronza a non aver capito come realmente era quella persona  pur avendo condiviso con lei tanto.Eppure accade. Accade anche questo.Credo che venti anni di vita comune dovrebbero bastare a "pesare " chi abbiamo accanto. No, non e' cosi' in realta'. Perche' un bel giorno una persona si sveglia e pensa che quello sia il momento giusto per venir fuori nella sua vera natura. Dopo aver "sopportato" senza lamentarsi mai,  le scelte del consorte ma anche dell'amico/a, facendosele andare bene, decide che e' arrivato il momento in cui le scelte saranno solo sue.  Lo spiazzamento e il senso di disorientamento di chi aveva condotto il gioco fino a quel momento e' Notevole, ve lo assicuro. La domanda e' chiara " ma chi diavolo ho vicino? ".In questo caso non ho consigli. E neanche soluzioni.Mi auguro solo che non debba provarlo sulla mia pelle.E capisco totalmente chi quel disorientamento lo vive sulla sua pelle.Ha tutto il mio appoggio.