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Frontiere. Ieri, oggi, domani.

Post n°2425 pubblicato il 02 Febbraio 2023 da fedechiara
 

Nostalgia dei visti di ingresso. - 02 febbraio 2016

Sto leggendo un libro sulle frontiere. Quelle che c'erano e non ci sono più e forse era meglio quando 'si stava peggio' e, come scrive Rumiz nel suo 'Trans Europa Express': 'Nessuno mi toglierà la certezza che l'Europa era più Europa un secolo fa quando mia nonna andava in treno in giornata da Trieste alla Transilvania.'
Un libro che ci lascia coll'interrogativo de: 'Che ci andava a fare la nonna di Rumiz in Transilvania?' ma ci pone di fronte all'interrogativo maggiore de: 'A che servono le frontiere?' E sono barriere o transito verso mondi diversi e perché sono state create e quando e come - e perché e come si sono disfatti gli Imperi che quelle frontiere delimitavano e che mondi diversi nascondevano che oggi, forse, rimpiangiamo - come il passato che, ahinoi, 'non macina più', ma è il luogo di ogni nostra provenienza e il grembo dei molti misteri che avvolgono il nostro futuro.
E, nel descriverci la frontiera tra il mondo slavo e balcanico e l'Europa del nostro scontento, Rumiz ci apre la visione nostalgica di quel che le frontiere nascondevano in quanto 'luoghi dell'immaginario' e, in fin dei conti, a varcarle bastava il desiderio di viaggiare e procurarsi i visti necessari - e ti appagava la conoscenza di una diversità di popoli e culture che l'Europa di Schengen ha appiattito col suo sogno scassato di tutti comprendere nel suo nuovo spazio economico continentale e nella sua velleità di Unione politica che ha ceduto le armi ai 'popoli del mare' che la assediano sulle liquide frontiere mediterranee e le rappresentano quotidianamente la sua fine di continente occidentale assediato e, forse, sottomesso, dalla monocultura medievale dell'islam che ha importato coi milioni di 'migranti', come suggerisce Houellebecq nel suo libro.
E chissà se i 'buonisti' nostrani saranno contenti della nuova frontiera che ci prospettano i più accorti governanti dell'Europa del nord che si chiude a riccio: di uno spazio-Schengen che escluda Italia e Grecia, le frontiere-colabrodo dei barconi e dei gommoni, - e la prospettiva concretissima di diventare il campo-profughi dell'ondata migratoria universale, insieme alla Grecia e alla Turchia, sarà realtà se, come afferma imperturbabile Renzi-lo-sbruffone, 'continueremo a salvare vite' alla faccia delle decisioni contrarie del resto dell' Europa che, invano ci chiede più efficienza nel riconoscimento dei migranti e il respingimento di coloro, la larghissima maggioranza, che non hanno ottenuto lo status di 'rifugiato'.
Un libro da leggere e da meditare, senza dubbio.
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Bidonville migranti di Calais, un fine settimana di tensione
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