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Guerre immaginarie e postazioni giornalistiche.

Post n°2399 pubblicato il 09 Gennaio 2023 da fedechiara
 

Rappresentatevi la vostra guerra. Quella che più vi piace, quella dove volete che vincano i vostri campioni. Mandate comunicati-stampa alle televisioni di tutto il mondo, istituite postazioni giornalistiche verso le quali indirizzare i moltissimi 'reporters' immaginari provenienti da tutti i paesi satelliti della Nato e sciorinate le vostre cifre e allestite i teatrini bellici dove far giungere gli 'inviati' che documentano gli 'orrori' del nemico e la sfilata dei cadaveri e l'immancabile commissione internazionale per i crimini di guerra – che saranno perseguiti chissà quando, dove, e da chi.
Norimberga 2/3/4/5, fate voi la cifra, secondo il tasso di indignazione e rabbia.
Non lesinate sulle cifre delle vittime civili e sugli aggettivi, è tutto gratis, si bevono tutto e tutto trasmettono in video e in voce in Occidente di questa 'drole de guerre' virtuale dove Kiev dice 400 morti e Mosca risponde 89, poco citata, in verità, e giusto per il famigerato 'dovere di cronaca'. Chi offre di più?
Va da sé – dal momento che si parla di una guerra con un nemico potente - che la risposta a quella (supposta) strage di parte ucraina avrebbe avuto una risposta forte e a breve, perciò oggi Mosca rilancia: 600 soldati ucraini morti, ma Kiev declina e si limita ad uno sprezzante 'fake news'.
Mancano all'appello gli 'scemi di guerra', ma non se ne sente la mancanza.
Però è vero che abbiamo un po' tutti, perfino i filo ucraini più sfegatati, l'impressione che non ci siano veri campi di battaglia e soldati veri e cannoni e missili e tutto l'ambaradan che conosciamo, bensì mille postazioni giornalistiche occidentali con i soldatini di piombo spostati da Kerson a Bakhmut.
La più fornita e meglio organizzata è quella dove siede Zelenksy in maglietta felpata, che ha a disposizione un vero e proprio studio televisivo e cameramen adoranti che lo seguono in tutti i suoi spostamenti - e le sue parole sono Verbo e Vangelo non solo per i suoi connazionali, bensì per tutti noi filo Nato e filo armamenti (lo siamo?) dei paesi satelliti al gran sole degli Usa.
Una stella fissa che ci invia i raggi diurni della sua santa e sfolgorante luce occidentale ed in cambio dell'obbedienza cieca ci invia le navi cariche di gas liquefatto a costo oro - che sostituisce quello, pressoché gratuito, che avevamo dalla Russia.
Fatevi la vostra guerra e date(ci) i numeri. Viviamo in una società liquida dove l'informazione è gassosa. Ossigeno puro. Non inalatene troppo e tutto in volta. Ubriaca e la vista vi si annebbia in giallo e blu, i colori della vittoria. In alto le bandiere.
  • (...) "Viene accreditato soltanto un pensiero dominante e chi non la pensa in quel modo viene bollato come amico di Putin e quindi, in qualche modo, di essere corresponsabile dei massacri in Ucraina. Ma non è così. Dobbiamo renderci conto che la guerra muove interessi inconfessabili che si evita di rivelare al grande pubblico. La propaganda ha una sola vittima: il giornalismo". (...) a me non frega nulla di Putin: sono preoccupato da giornalista, perché questa guerra sta distruggendo il giornalismo. Nel 1993 raccontai la battaglia del pastificio di Mogadiscio, in cui tre militari italiani in missione furono uccisi dalle milizie somale: il giorno dopo sono andato a parlare con quei miliziani e mi sono fatto spiegare perché, cosa volevano ottenere. E il Corriere ha pubblicato quell’intervista. Oggi sarebbe impossibile“. Estrapolazione dall'articolo citato.https://www.msn.com/.../ucraina-lettera-di.../ar-AA164t4q...
    Ucraina, lettera di 10 giornalisti ex corrispondenti di guerra contro la propaganda dei nostri media sulla guerra
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