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« La vita mortale.La Terra protagonista. »

L'anno della morte di Europa.

Post n°1789 pubblicato il 14 Ottobre 2021 da fedechiara
 

14 ottobre 2015 -  In memoriam
Accade a Gerusalemme. Niente di cui dovremmo preoccuparci, quindi. Non sono fatti nostri e nostre paure quotidiane quelle di venire accoltellati e sparati dall'occupante di un autobus dalla faccia tranquilla salito all'ultima stazione e che ti pianta un coltello nel fianco o nel petto mentre stai leggendo un giornale o guardi sfilare distrattamente i palazzi e le chiese di quella che la letteratura e la Storia ci hanno detto essere la culla delle religioni del Libro - religioni di Amore universale per il nostro prossimo e buoni comportamenti morali conseguenti.
Quell'altra religione, invece, - quella di chi improvvisamente tira fuori una pistola e ti spara a bordo dell'autobus o ti accoltella con ragioneristica determinazione e premeditazione -, predica la jiahd e l'odio verso gli infedeli, - che più ne ammazzi più accumuli meriti nel paradiso delle vergini destinate ai prodi guerrieri - o così sembrano pensarla una quantità spaventosa di esaltati terroristi che dicono l'assassinio di civili inermi 'azione politica' e/o 'intifada dei coltelli' perfettamente in linea con la religione di riferimento.
Ma siamo a Gerusalemme e, a meno che non abbiate in mente un viaggio colà, nella Città Santa, sono fatti che non ci riguardano, assassinii loro - la cui ripetizione a campate più o meno brevi o lunghe ha creato un callo nelle coscienze nostre occidentali.
Però, però. Chissà come hanno reagito i passanti di quella via di Parigi di un freddo gennaio, erano appena 'passate le feste' - quale stupore, quale terrore improvviso in una via in cui si sono materializzati Said e Chérif Kouachi: i due ragionieri assassini, nati a Parigi e, si suppone, cittadini francesi, a cui era stata concessa la cittadinanza francese per nascita (come accadrà anche da noi grazie alla legge approvata ieri da Renzi e dal suo pd) che, armati di kalashnikov, hanno fatto una strage all'interno della redazione parigina di 'Charlie Hebdo' e freddato il poliziotto di guardia.
La ragionieristica opera di morte agli infedeli, premeditata e benissimo pianificata, è stata poi completata all'interno di un ipermercato kosher in cui i terroristi si erano barricati e avevano fatto ostaggi i presenti.
Era Parigi, la ville lumière, non Gerusalemme - e qualcuno ha scritto che è stato il nostro 11 settembre ed è stata predizione azzeccata di questo 2015 degli assassini islamo-terroristi che ha già collezionato l'attentato al caffè letterario di Copenhagen e la strage del museo del Bardo a Tunisi, - presenti e dolenti e terrorizzati una quantità di croceristi nostri occidentali. Mancano due mesi e mezzo alla chiusura dell'anno orribilis: non facciamoci mancare nulla, non mettiamo limiti all'orrore prossimo venturo.
'Je suis juif' e quel che accade a Gerusalemme, - le paure e le angosce di morte dei semplici occupanti di un autobus di chi si reca al lavoro o a trovare un amico, un parente all'ospedale - mi riguardano. E' il futuro di conflitti di una globalizzazione assassina che speriamo quotidianamente di esorcizzare ficcando la testa sotto la sabbia e, se oggi è Israele in prima linea, a gennaio lo è stata Parigi, a marzo Tunisi, domani chissà.

 
 
 
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