Nebbie e dintorni

'Accomodamento'. Questo è il segno distintivo della nostra società, la parola magica che risolverebbe il conflitto tra le opposte religioni del Libro che coabitano nella penisola l'una contro l'altra armata (ma non si deve dire in tivù e sulla stampa mainstream, è d'obbligo sottacerlo, sfumare, evitare di mettere il dito nella piaga dei troppi 'allah u akbar' assassini di cui alle cronache di morte di anni recenti: Nizza, Berlino, Parigi, Belgio, Copenhagen).

E sulla stampa e le televisioni embedded ben poco spazio è stato dato al processo sui misfatti assassini di un commando di serpi in seno emigrate pietosamente da noi che hanno fatto 130 morti e centinaia di feriti a Parigi. Il nostro 11 settembre di morte e sconfitta militare e addio alle speranze pie di integrazioni possibili.

A dirlo, di 'accomodare', sono stati i giudici di Cassazione, a proposito dell'annosa controversia su 'crocefisso no, crocefisso si' nelle aule scolastiche. E, beffa delle cronache, in coda alla notizia andava in onda un servizio sull'Afghanistan dei talebani picchiatori e che recludono le donne e le umiliano dietro ai veli e ai tuniconi neri della loro prigionia domestica.

Il loro speciale, tradizionale 'accomodamento', che fa seguito alla clamorosa vittoria militare.

E, sempre in coda, leggevo ieri sui socials di giovani afgani immigrati pietosamente da noi che affermavano pubblicamente a chi li intervistava di minacciare di morte le loro donne se le avessero sorprese ad integrarsi nel nostro e in altri paesi ospitanti e avessero smesso il velo e avessero frequentato le scuole.

'Accomodamento' è la parola chiave e la garanzia di future integrazioni (sic).