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« Storie di ordinaria foll...Lentezze fatali. »

Le guardie al chiuso.

Post n°1702 pubblicato il 24 Luglio 2021 da fedechiara
 

Le guardie al chiuso.
Ci sarebbe il passato, amnio di vite e storie, da rivisitare e 'viaggiare nel tempo', in questo presente infame di 'greenpasses' carcerieri che ci mangiano le vite residue. Ma è di poca consolazione e 'non macina più' - e il ricordo ha un suo retro sapore di mandorla amara velenosa che ci racconta del dio Tempo che avanza con passo fatale, il Grande Disfacitore che muta e spegne ogni cosa al suo passaggio.
E sul futuro non mettiamo il cappello perché non riusciamo più ad immaginare come ci muovevamo ed abbracciavamo e nessun retro sguardo impaurito sugli untori che siamo, che potremo essere (dagli all'untore!) in questa temperie di chiamata alle armi vaccinale che si sostanzia di predizioni fallaci apocalittiche e di certezze sanitarie di virologi da un tanto al chilo sbandierate come vessilli di vittoria vicina. Ma incombe l'autunno e all'autunno non puoi raccontare le bugie pietose delle mascherine nei bar e i ristoranti al chiuso e i greenpasses che ci salvano.
Il virus è in noi, noi siamo i virus che mutano in noi, con noi; da sempre ci conviviamo.
Guariamo o soccombiamo. E rinasciamo dalle pestilenze e dalle pandemie più forti. E' la storia affascinante della vita sul pianeta Terra: mors tua vita mea e ci vorrà ancora molto tempo e scienza applicata prima che i semidei umani riescano a governare l'intero processo e dirsi Immuni e padroni del Futuro.
Nell'autunno che incede dietro ai forti temporali conteranno i contagi e gli ospedali, inevitabilmente, e speriamo che non accada come in Israele, dove i ricoverati sono al 60 per cento di gente già vaccinata e che i governanti credevano immune - e non sanno più a che santo votarsi e dovremmo ringraziare i presenti virus mutati di non troppo infierire sui nostri fragili corpi e le menti e di infettarci in modi gentili e non gravi.
E che tristezza pensare a quei caffè del centro dove andavano a scrivere gli scrittori famosi e oggi l'occhiuto barista chiede ai quei dessi, pronti a un nuovo parto letterario nel loro abituale tavolino in fondo alla sala, il 'greenpass'. 'Mi scuso, Eccellenza, per questa miseria; non è per malanimo, sa, tengo famiglia. Se non ce l'ha se lo deve fare, deve andare a vaccinarsi sennò le guardie mi fanno chiudere.'
Le guardie, già. Che potrebbe essere il titolo di un loro nuovo racconto post vaccino che li ha muniti del 'greenpass' intimidatorio e consentito l'accesso. Il racconto allucinato di questi nostri tempi di infamia vaccinale e nemici da scovare casa per casa perché il Virus ci sovrasta e ha mille volti che ci impaurano e non ci dormiamo la notte e dopodomani faremo subito un nuovo d.p.c.m. - tanto l'emergenza sanitaria l'abbiamo prorogata fino al 31 dicembre.
Correva l'anno...

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