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Campagne di guerra.

Post n°1657 pubblicato il 13 Giugno 2021 da fedechiara
 

Dovremmo ammettere che una sottovalutazione c'è stata, sulla questione dello 'zero virgola' di incidenze dei casi di trombosi in prossimità di una vaccinazione – se in cronaca rimbalzano gli articoli dedicati di una giovane ligure defunta poco dopo il vaccino all'open day e un carrozziere bresciano viene descritto 'sano' dalla famiglia che chiede indagini appropriate sul mestissimo caso.
Dovremmo ammettere che l'emergenza vaccinale a tamburo battente ha lasciato più di un varco ai micidiali effetti collaterali veri o supposti – sicuramente un varco immenso di risposta emotiva - ed è naturale che l'opinione pubblica, organismo mediatico molto sensibile alle cronache giornalistiche e televisive, si contorca e si ritiri in gran numero percentuale dai centri vaccinali fintantoché non è fatta chiarezza sui rischi effettivi che corre una persona ignara dello stato delle proprie piastrine nel sangue che gli scorre in corpo.
E, come fece il generale Diaz succeduto al temerario Cadorna, gli incaricati del successo della campagna vaccinale - tecnici o politici che siano - dovrebbero curare meglio e di più le difficili relazioni con la stampa e la televisione, se non si vuole perdere la guerra a causa dei troppi 'zero virgola' post vaccino che vi rimbalzano.
Perché, a differenza dei morti in battaglia e nelle trincee e 'sul Piave', dove i numeri dei morti e dei feriti non si contavano e molti, sulle lapidi commemorative della mattanza, risultano tuttora 'ignoti', ogni morto di covid e/o di supposta reazione al vaccino pesa come un enorme macigno sulla fragile 'opinione pubblica' e ci si tiene a distanza di sicurezza dai centri vaccinali fino a che ogni 'ragionevole dubbio' non venga sciolto.
Teniamo famiglia, scusateci.
Astrazeneca dato ai giovani perché non si è riusciti a darlo a milioni di over 60 (di S. Semplici)
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