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La casa nel Maine ed altre storie.

Post n°1651 pubblicato il 08 Giugno 2021 da fedechiara
 


Dello scovare i mariuoli e di altre storie. 08 giugno 2016
Riflettevo sulla precarietà della vita nostra, stamattina, in quel tormentato dormiveglia che macina sogni lasciati a metà con le proiezioni dell'unica, precaria certezza che abbiamo: che siamo vivi anche quest'oggi e, forse, chissà, lo resteremo per l'intera giornata, domani chissà, chi vivrà saprà.
E non ditemi che è per via dell'età, la mia di certo non più fresca, perché anche la povera Sara, quella bruciata viva dall'orco 'con unghie di avvoltoio e denti di cannibale' che diceva di amarla, aveva uguale coscienza di precarietà e lo scriveva all'amica in uno dei suoi ultimi sms: 'Ho paura che voglia ammazzarmi.' Che l'eternità promessa agli umani ti mostri miglior luce e altri volti, povera cara.
E mi capita di prefigurare, da troppo tempo, ahimé, a mollo in questo guado psicologico che macera e scombina, il mio trapianto in altro luogo e non è impresa facile perché lo sradicarsi, sia pure da un luogo ormai ben poco vivibile qual'è la mia città, - vittima prezzolata dagli appetiti di milioni di visitatori malaccorti - comporta inevitabilmente il rischio di ammalarsi; ben lo sanno i giardinieri che raccomandano le mille attenzioni di ogni trapianto e potatura: l'ora e la stagione e le giuste concimazioni e gli eventuali antiparassitari – antidepressivi per le piante umane sradicate e ripiantate chissà dove, chissà dove.
E mi piacerebbe uno sguardo di collina o certe case nel Maine vestite di verde, ma chi mi vuole bene mi raccomanda la vicinanza di un ospedale, un mal di notte, non si sa mai, ma che tristezza! - mai cederò le armi e accetterò il 'declino cognitivo' che consegue al discendere psicologico di certi viscidi declivi. Declinare e perire si fa sempre a tempo, così come a pagare i debiti.
E intanto si fa mattina alta e i sogni illanguidiscono e si disfano e la rocciosa ragione inizia a presidiare le torrette del fortino nostro quotidiano e un'altra, precaria certezza torna a far capolino: ancora per oggi e per qualche mese ancora qui siamo et hic manebimus optime. E chi vuole svuotare il mio carapace e prendere il mio posto dovrà pagare il giusto e alto prezzo dell'esodo storico che pretendiamo noi viniziani, passati dall'Arsenale della pece dei 'legni lor non sani' al commercio di anime delle affittanze turistiche che chi non le fa alzi la mano e aiuti i poco attrezzati finanzieri a scovare i mariuoli e tassarli e sanzionarli come si deve. Amen e così sia.
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