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La gabbia dei matti.

Post n°1529 pubblicato il 03 Marzo 2021 da fedechiara
 

Cronache dalla nuova peste 9 - 03 marzo 2020
Ho maturato, nel corso di una attenta osservazione dei fatti e degli eventi dei miei biblici settanta, la convinzione che la società dei liberi ed uguali del mio prossimo è una società malata, spesso preda di venti di follia e demenza e alzheimer violenti che ne scuotono le fondamenta e poco spazio si dà, da sempre, alle voci di ragione e molto, di contro, a quelle del sentimento. La piaga aperta dal Romanticismo malato dei 'Dolori del giovane Werther' fa tuttora patologico aggio sulle pacate esposizioni e trame utilitaristiche del noiosetto 'Ragione e sentimento' della Austen.E se è vero che le scarse e afone voci di ragione, racchiuse in un romanzo futuro, pochissime copie venderebbero perché ci piacciono di più gli strazi e i picchi amorosi di derelitti amanti piuttosto che la linea continua delle sperimentate convivenze dei 'vecchi amanti' - che se ne vanno a decine in rianimazione -, pure crediamo che un maggior tasso di ragionevolezza nei nostri e altrui comportamenti sociali e 'social' aiuterebbe a vivere – specie in momenti calamitosi come gli odierni allarmi del corona virus.Allarmi che ci mostrano, impietosi, la scarsa dimestichezza che abbiamo con gli strumenti della scienza e come sia difficile, se non impossibile, maneggiarli in una società di massa mediaticamente impazzita nei suoi echi di follia collettiva che rimbalzano di telegiornale in telegiornale e foglio di stampa e 'social', e ricondurre a ragione chi non vuole rinunciare a 'vivere cosìiii, col sole in fronte' pur nell'evidenza ed impellenza del caos sanitario e del dilagare del contagio.Vedi, esempio estremo, ma non l'unico, quei cento tàngheri di Ferrara che non hanno voluto 'sentir ragione' degli allarmi e degli inviti perentori della autorità a 'stare a casa' e hanno dato vita alla strepitosa e adrenalinica milonga del contagio – con le autorità costrette, nei giorni successivi, a inseguire e chiedere nomi e cognomi dei futuri untori e 'portatori sani' per arginare l'inevitabile espansione.E non meno folle ci pare il ricorrere nelle bocche dei troppi pazzi che si mostrano fieri e arroganti in primo piano nei talk show televisivi del romanticissimo 'stay human' - 'restiamo umani' per chi poco mastica di inglese – che suona bene, benissimo, in verità, e ci fa sentire bene e tanto buoni e misericordiosi, ma, commisurato con le cifre di un milione di profughi arrembanti sui confini di Europa che ci promette Erdogan, il maledetto satrapo, sembra a molti di noi geremiade un filo cretina di poveri cristi ostinatamente rannicchiati nel loro angoletto neuronico di un buonismo asfittico e incapace di governo dei maledetti eventi catastrofici del nostro vivere associati.Manca un Erasmo, di questi tempi, che ci riproponga, riveduto e corretto il suo 'Elogio della follia' – che magari una risata amara ci esce di bocca e chissà che non seppellisca il troppo di stupido che dilaga nelle presenti cronache della nuova peste. (Fine)

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo
 

Quella strana luce in fondo al tunnel. (Cronache dalla nuova peste 7).

E tra le domande che 'sorgono spontanee', in questi tempi di corona virus galoppante come le pesti d'antan, ci rimbalza ossessivamente in testa questa: 'Se e quando finirà, avremo imparato cose nuove e diverse e più sagge del nostro affannoso vivere associati e globalizzati che ci salveranno da ulteriori catastrofi?'

Già perché l'economia a precipizio sull'orizzonte degli eventi del buco nero globale che invano si prova a invertire la rotazione assassina e a inventare un improbabile rilancio 'da casa' con il telelavoro non ci pare somigli in niente a quell'appagante slogan dei verdi e del m5s della 'decrescita felice' e del 'mangiare meno mangiare tutti' della defunta ideologia comunista.

Perché qui e ora si mangia tutti meno, è vero, delle razioni che ci siamo imposti da un rapido calcolo finalizzato alla sussistenza in tempo di peste globale, ma giusto per scavallare i due mesi (ottimistici) con i carrelli di pasta e riso e scatolette che abbiamo stivato in garage svuotando gli scaffali dei supermercati. 
E una ripresa dell'economia partirà, forse, dal ripristino delle scorte nei supermercati, ma da dove verranno le nuove merci e le verdure fresche e la frutta con le necessarie vitamine in un mondo paralizzato dalla paura del maledetto virus è domanda altrettanto ossessiva – come il timore che, se dura la paralisi globale, finiranno pure le risorse economiche degli stati che sostengono la spesa pubblica delle pensioni e gli stipendi della pubblica amministrazione. 
Tenetevi stretto il poco contante che avete distolto dai conti correnti, gente, e recitate le giaculatorie che un tempo si levavano al cielo dall'interno dei santuari dedicati alla 'madonna della salute'.

Santa primavera, ora pro nobis - e aiutaci tu perché davvero qui non ci vediamo chiaro e, da soli, non ce la possiamo fare. 
O forse si e c'è una luce in fondo a questo tunnel economico che ci ricorda tanto la crisi della Lehman Brothers e dei 'mutui subprime'. 
Speriamo che non sia quella del treno delle 9 e 30 in ritardo.

Cronache dalla nuova peste. Part five.

E che dire di quell'assordante silenzio della Chiesa che ha il sapore di un'abdicazione.? Quella Chiesa che organizzava processioni contro la siccità e/o la grandine e batteva campane a martello per chiamare a raccolta il 'popolo di Dio' contro il Turco o il lanzo todesco aggressore alle porte della città - e che le epidemie con migliaia di vittime le sfidava a viso aperto con le chiese piene di fedeli oranti (e contagianti) e che baciavano i piedi delle statue dei santi lungo le processioni in cui ci si batteva il petto per i peccati commessi e si accettava penitenti la giusta punizione di un dio vendicativo.

E in tempi di massima misericordia e un Dio tutto Amore per le creature le chiese sono vuote, invece – vuoi per disposizione ministeriale in accordo con le Curie, vuoi perché qui a Venezia i turisti sono scappati dalla barca che affonda già il lunedì successivo alla contagiosissima kermesse carnascialesca - e chi vuol essere fedele e pio e orante lo sia in totale solitudo. 
E le preghiere e i riti delle Ceneri si fanno a san Marco tramite smartphone e via internet e mandate le vostre preci via mail al Vescovado che le riunirà e indirizzerà a chi san loro e più non dimandare. Mantenere l'indirizzo mail segreto è necessario per evitare che burloni impenitenti si facciano beffe di Lassù ove si puote ciò che si vuole, corona virus incluso.

E davvero il clero non sa più che pesci pigliare, a parte le sardine, pie per natura e per legge di banco e misericordiose per vocazione e partito preso (il pd). Una Chiesa che era nata 'sotto il segno dei pesci' ma oggi presta la sua vetusta mitologia ai venditore di divani o di caffè senza che si levi una protesta che sia una per la palese dissacrazione.
Tocca tenerci il virus e far da sé, che facciam per tre. 
Che tempi, gente, che sacre solitudini e cieli perdutamente vuoti!

IT.WIKIPEDIA.ORG
Il termine ichthys (nella grafia greca del tempo ΙΧΘΥΣ oppure anche ΙΧΘΥϹ con la sigma lunata) è la traslitterazione in caratteri latini della parola in greco antico: ἰχθύς, ichthýs («pesce»), ed è un acronimo usato dai primi cristiani per indicare Gesù Cristo. Per questo moti...
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