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Quella sinistra voglia di censura

Post n°1400 pubblicato il 31 Ottobre 2020 da fedechiara
 

Narrazioni contrapposte e voglia di censura. 31/10/2019
Quarant'anni fa (che impressione fa una tal cifra sul groppone della memoria!), visitando la città di Fez, Marocco, ebbi a fare un gesto di diniego, accompagnato da un sorriso, all'offerta di un ragazzo indigeno che si offriva di farci da guida dentro la città. In quel tempo un tal genere di offerte capitava di averne ogni due passi ed era un elemento di disturbo per i visitatori quale oggi non accade più, mi dicono. Ne ebbi in risposta la staffilata di : 'Raciste!' accompagnata da uno sguardo d'odio che mi ferì per l'idiozia palese che conteneva e che quel desso non intendeva – e a nulla sarebbe valso il tentare di fargliela intendere.
Cito quest'episodio lontano nel tempo per dire che 'le parole sono pietre', se scagliate con odio e ignoranza di ciò che si dice o con l'ottusa arroganza di chi pretende che la propria narrazione personale (o di gruppo e partito) sia vangelo da imporre 'erga omnes' - e chi dissente sarà vessato e sanzionato o punito per via di legge e conseguente sentenza passata in giudicato.
Vale per gli 'odiatori', veri o pretesi, ma vale anche per chi, sul fronte politico opposto, si erige a giudice delle narrazioni opposte e non condivise - e il timore che la commissione senatoriale che indagherà sul cosiddetto 'hate speech' (quando la finiremo di sostituire la nostra lingua con l'inglese?) imponga una sua narrazione unilaterale e allarghi a dismisura il suo ambito interpretativo sul dissenso sociale e politico è concreto.
E bene hanno fatto i senatori della destra ad astenersi e sollevare il dubbio che un pensiero unico si imponga (oltre a quanto già avviene ad abundantiam in tivù e sulla carta stampata) e faccia strame di ogni voce dissenziente, come è avvenuto, per anni, sulle contestate questioni della pretesa 'accoglienza' e i mille e mille arrivi giornalieri sulle nostre coste spacciati come benedizioni del cielo e 'risorse' - e la censura giornalistica, di contro, sulla delinquenza nelle strade e le carceri stracolme e sul mendicismo diffuso che ne conseguiva e le case occupate, ma non si poteva/doveva dire pena il passare per 'razzisti' e 'fascio-leghisti'.
E nacque e si diffuse per l'etere politico e dei 'social' l'invettiva gratuita di 'fascio-leghisti' dei Vauro e dei Rubio e dei Toscani, e quella di 'populisti-sovranisti': sibilate con palese disprezzo dell'avversario politico e quella, odiosa, di 'razzisti' - e il canto esorcistico di 'bella ciao' levato in coro ad ogni stormir di foglia di diverso colore politico.
E bene ha fatto l'ex ministro dell'interno, Salvini, a chiedere pubblicamente che cosa si intende per 'razzismo' - e la risposta della Segre, che ha citato il vocabolario, non contiene e non dà risposta convincente a tutto l'odio anti sovranista e anti salviniano sparso a pieni video e titoli di scatola sulle prime pagine dei giornali fino a ieri.
La speranza è che una tale commissione di inchiesta abbia vincoli di mandato precisi e vigilatissimi dall'opposizione perché il rischio di imporre manu militari e giudiziaria una narrazione a senso unico e di sanzionare a sproposito l'avversario politico è alto davvero.
No alla censura; e vigilanza attiva in parlamento e nel paese contro l'imposizione di un pensiero unico sinistro. Sinistro nel senso proprio e in quello del linguaggio della politica.
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