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Mentre si espugna Sagunto

Post n°1341 pubblicato il 01 Settembre 2020 da fedechiara
 


Ieri accadeva ed oggi accade 1 settembre 2017 · 
Si dice che 'gli dei accecano chi vuol perdere' e la miglior dimostrazione che si dà in politica oggi è quella di un pd lacerato tra chi vorrebbe tornare ai cento e cento 'barconi' quotidiani che arrembano sulle nostre coste e solo sulle nostre coste e chi - come l'isolato Minniti - teme per la tenuta democratica di un paese che oggi ci racconta in cronaca le storie maledette di una quantità di aggressioni sessuali.
E quelli del pd e la folla degli stolti buonisti al seguito vorrebbero che non si dicesse che sono magrebini e immigrati di prima o seconda ondata immigratoria e la ragione elettorale di questa loro pretesa di censura è chiara ed evidente ma non si può tacere l'evidenza di un dramma sociale innescato dalla follia di una politica immigratoria a sei cifre e la riflessione di Anna Bono che potete leggere più sotto spiega molto bene il perché. 
Si vada al più presto a nuove elezioni perché davvero 'sono pazzi questi renziani' - ciechi e sordi e che annaspano e brancolano pietosamente sulla scena politica 'dum Saguntum expugnatur' nelle periferie urbane del troppo che stroppia e del degrado e delle occupazioni fuorilegge di case e palazzi.
Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata - Albanesi.it
ALBANESI.IT
Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata - Albanesi.it

Il troppo che stroppia. La riflessione
di Anna Bono.

Un esercito di uomini giovani e soli. 
Una bomba pronta a esplodere

In Italia sono arrivati 153.842 immigrati nel 2015 e 181.045 nel 2016. Dall’inizio del 2017 al 10 agosto se ne sono aggiunti altri 98.266. Circa l’87% degli immigrati sono di età compresa tra 18 e 34 anni e sono maschi. Quasi tutti sono arrivati da soli. Le coppie, le famiglie sono poche, a meno che si tratti di profughi in fuga da teatri di guerra.
Quindi adesso in Italia ci sono alcune centinaia di migliaia di uomini nel pieno del loro vigore sessuale che sono single oppure hanno la moglie, la fidanzata lontane e vivono in condizioni che non favoriscono la nascita di legami stabili con persone dell’altro sesso: senza un tessuto famigliare, senza una occupazione, tra estranei con cui hanno difficoltà a relazionarsi a partire dai problemi linguistici, ospiti in strutture che complicano la socializzazione.
Non ci voleva molto a capire che sarebbe diventato un problema. E così è stato.
Come tutti ricordano, a Colonia e in altre città della Germania la notte di capodanno del 2015 centinaia di donne hanno denunciato molestie sessuali e le persone fermate dalla polizia erano quasi tutte richiedenti asilo e immigrati illegali. Già nel 2015 le organizzazioni non governative impiegate nei centri di accoglienza tedeschi denunciavano ripetuti casi di molestie e violenze su adolescenti e donne adulte immigrate sole, in viaggio senza parenti o conoscenti maschi.
In Svezia dal 1975 al 2014 i casi di stupro sono aumentati del 1.472%, con una impennata negli ultimi anni attribuita dalle autorità alla presenza di centinaia di migliaia di giovani immigrati. In un clip diffuso nel marzo del 2016 e di nuovo nel gennaio del 2017 il capo della polizia di Ostersund, una cittadina circa 600 chilometri a nord ovest di Stoccolma, visto il moltiplicarsi delle aggressioni sessuali nel territorio di sua competenza consiglia alle donne di farsi accompagnare da qualcuno o di spostarsi in gruppo di sera, non restare isolate. Inoltre raccomanda di fare attenzione anche lontano dai bar perché, mentre in passato le aggressioni a carattere sessuale erano quasi sempre opera di ubriachi, gli autori di quelle più recenti sono uomini sobri.
Qualunque fosse la loro nazionalità, così tanti giovani soli sarebbero comunque un problema. Lo sono ancora di più perchè provengono quasi tutti da paesi africani e asiatici in cui donne, e bambini, non hanno vita facile, per effetto di tradizioni tribali tuttora influenti.
Sono tradizioni pensate per regolamentare la vita sessuale dei componenti di ogni comunità per garantirle prole, quindi forza lavoro e continuità. Le regole variano, ma un carattere comune è che a tal fine le donne sono asservite, sottomesse, usate senza riguardo. Quel che vogliono non conta. In società in cui è lo status a determinare i diritti, quello delle donne autorizza padri, fratelli, mariti, cognati e figli a decidere di loro e per loro senza considerarle soggetti, persone, bensì alla stregua di proprietà, di risorse.
Che questa sia la condizione della donna nei paesi da cui provengono gli immigrati in Italia non è un’opinione e neanche una teoria antropologica, è un fatto provato dall’esistenza di istituzioni che autorizzano e prescrivono di disporre delle facoltà riproduttive delle donne e del loro lavoro, nell’interesse di chi le possiede e della sua comunità. A questo servono il matrimonio combinato e quello infantile, il prezzo della sposa, le mutilazioni genitali femminili, il ripudio, l’harem e il velo islamici, per citare solo le istituzioni più diffuse.
In India e in altri paesi le donne islamiche ancora lottano contro il divorzio rapido, così detto perchè un marito per ottenerlo basta che dica per tre volte “ti ripudio”. Ormai il divorzio si considera valido anche se la formula è scritta e comunicata alla moglie via e mail e messaggi telefonici (ma si discute se debbano essere tre messaggi distinti oppure sia sufficiente scrivere per tre volte “ti ripudio” nella stessa e mail o nello stesso messaggio).
Il prezzo della sposa consiste nei beni e nel denaro che un uomo deve corrispondere alla famiglia della donna che intende sposare e che diventa sua dal momento in cui ne ha completato la consegna. Le mutilazioni genitali femminili – infibulazione ed escissione sono le più diffuse, inflitte ogni anno a circa tre milioni di bambine – consentono di controllare la vita sessuale delle donne al prezzo di sofferenze e menomazioni permanenti: lo scopo è garantire che diano figli solo agli uomini ai quali appartengono.
Donne sole, donne di nessuno, donne senza uomini al fianco, donne che i loro uomini lasciano andare in giro senza curarsi di quel che fanno: dunque si possono trattare come “selvaggina”, si leggeva nel documento scritto dalle Ong tedesche nel 2015, pubblicato dal Gatestone Institute.
Ma a Rimini è successo qualcosa di diverso. Una donna è stata violentata da quattro nordafricani sotto gli occhi del fidanzato; non era una donna sola, una donna di nessuno. Questo in Africa si fa solo in guerra, come estremo oltraggio e atto di disprezzo nei confronti del nemico."

 
 
 
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