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Convivere con il terrore

Post n°1314 pubblicato il 05 Agosto 2020 da fedechiara
 

 

2750 tonnellate di nitrato di ammonio. Come c'erano arrivate in quel deposito? Ci vuole una gran quantità di lavoro e molta cautela per maneggiare tutto quel materiale esplosivo. Grù in azione dalle navi alla banchina e un via vai di automezzi per ammassare l'esplosivo nei magazzini.
Esplosivo, già. 
Perché nessuno ha dubbi sul fatto che quel nitrato di ammonio non fosse destinato agli usi agricoli a cui pure si presta, bensì ai fini terroristici e/o di guerra.
E oggi ci chiediamo se i servizi segreti israeliani, così straordinariamente efficienti d'abitudine, sapevano di quella bomba ad orologeria scoppiata, alfine, tra le mani dei terroristi di sempre o se, in sottordine, l'innesco non sia da attribuire ad una azione di contro guerriglia degli stessi servizi. Ipotesi, quest'ultima, da sceneggiatori di Hollywood e davvero poco sostenibile, considerato il fracasso di case e strade e il numero altissimo di civili morti e feriti che nessuna azione di contro guerriglia di uno stato si può permettere.

E la follia sottesa alla vita di quella città che ha affrontato la peggior guerra civile recente, insieme a quella della ex Jugoslavia, si mostra, il giorno dopo l'esplosione, con le immagini delle persone ferite stese a terra in attesa di soccorsi. Gente con disegnata in faccia la rassegnazione delle cose inevitabili, gente abituata a convivere con il terrore e i terroristi nella porta accanto – che perfino l'improvvisa nube assassina levatasi al cielo ieri pomeriggio, simile a quella di Hiroshima, non basta a sconvolgerli e a denunciare l'insostenibilità di un conflitto sociale sotteso alle diverse etnie e professioni religiose che dicono quella città una caldera vulcanica di conflitti passati, presenti ed i futuri.

 
 
 
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