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« Verità filosofiche cercasiViaggiare oltre il Tempo »

Accoglienze demenziali.

Post n°1307 pubblicato il 29 Luglio 2020 da fedechiara
 

 

E il segno più evidente della demenza collettiva in cui siamo immersi, noi paese costiero, aperto a tutti gli arrembaggi delle spaventose migrazioni è l'atroce scambio di significato tra la parola 'accoglienza' 

(accogliènza s. f. [der. di accogliere]. – L’atto di accogliere, di ricevere una persona; il modo e le parole con cui si accoglie: a. fredda, affettuosa, festosa, cordiale; l’a. oneste e liete Furo iterate tre e quattro volte (Dante); fare buona, cattiva a. a qualcuno; anche assol., fare accoglienza, accogliere cortesemente; fare buona a. a una tratta, nel linguaggio comm., accettarla o pagarla regolarmente alla scadenza;)

e quei gesti criminali sottesi alle scene quotidiane di centinaia di persone stipate a forza in un gommone malandato e spinto in mare e trainato al largo dai criminali maggiori detti 'scafisti'. Mercanti di vite, incuranti dei rischi di un annegamento e vero naufragio, quali ci riportano, di quando in quando, le cronache degli arrembaggi.
Naufragi organizzati con perfetta coscienza criminale degli organizzatori libici e tunisini e dei loro complici naufraghi volontari – che pagano cifre altissime per violare le leggi sull'immigrazione italiana ed europea e fanno leva e buon conto sul buonismo imperante delle leggi del mare varate per far fronte ai naufragi occasionali e veri: di barche che affondano per cause di tempesta o collisione con uno scoglio.

E non c'è dramma peggiore di questo scambio di senso e di significato tra la parola 'accogliere' volontariamente un profugo vero, certificato da opportuna indagine delle commissioni preposte, contro le mille menzogne dei clandestini che buttano i documenti personali e si cancellano fraudolentemente le impronte digitali, e questo turismo criminale con esito di sicura violazione e impunità nei paesi-Schengen, incapaci di far valere la legalità e la sicurezza che promettono agli elettori.
Un turismo che mostra, alfine, - con la certezza assoluta dell'impunità che gli viene dalle cronache dei mille sbarchi riusciti e gli sms di amici e parenti che li confermano con faccine sorridenti - gli aspetti grotteschi e sfrontati di uno sbarco con annesso barboncino o quello di un gommone che bellamente affonda la prua sulla chiara sabbia dell'isola dei Conigli sotto gli occhi, neanche più curiosi ormai, di turisti e bagnanti.

E dobbiamo registrare, in atroce aggiunta canzonatoria, nelle cronache dei telegiornali del mattino, le dichiarazioni di quei tali dementi di s-governo che, di fronte a tanta sfrontatezza di leggi violate e affanno immigratorio incurabile, continuano ad usare la parola 'accoglienza', di fronte a tanto dramma e tragedie correlate, incuranti del ridicolo e dello sbalordimento e cadere di braccia di un popolo mite, rotto a tutte tragedie di una sua storia infame. 
Fino a quando, cittadini?

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