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Scommesse di fanatici devoti.

Post n°1304 pubblicato il 26 Luglio 2020 da fedechiara
 

 

E nel confronto che il 'Caffè filosofico' di Raiscuola ci propone tra filosofi vicini nel tempo ma distanti le mille miglia nelle elaborazioni e negli assunti ecco emergere, prima di Locke e degli empiristi inglesi, la figura tragica di Pascal, lo scommettitore, l'uomo del calcolo delle probabilità applicato al divino e all'esistenza di Dio come convenienza personale, nientemeno.

E, rivisitato oggi, dopo una vita passata, a mia volta, a scommettere sulla ragione contro le sirene frivole di una Fede che si sostiene sulla sua abdicazione a capire la meccanica quantistica e le leggi ultime che governano l'universo – e genuflettersi umilmente sui banchi delle chiese a pregare il Dio sconosciuto, come suggeriva di fare il Pascal buon'anima, perché 'Le ragioni del cuore sono sconosciute alla mente.', quei suoi Pensieri e aforismi mi appaiono la versione colta delle cartine interne ai baci Perugina. Apostrofi rosa messi tra le parole 'io credo' – o vorrei tanto , ma non mi riesce, mannaggia.

E scommettere sull'esistenza di Dio per averne un ipotetico 'infinito beneficio' (Blaise Pascal dixit) mi fa venire in mente quel mistero della Fede del mio prete di religione che pretendeva il suo apodittico Dio 'Essere provvidente' e tanto innamorato del genere umano e misericordioso a prescindere, qualunque efferatezza noi si commetta o barbarie e assassinio e stupro e strage, e via elencando delle varie nefandezze per le quali il genere 'homo' è universalmente conosciuto nella galassia - e i marziani e i venusiani e tutte le altre popolazioni di alieni trasvolanti si guardano bene dal fare rotta verso di noi per non rimetterci la vita e un eventuale ritorno al futuro delle fluttuazioni cosmiche che li ospitano e tuttora ci sono sconosciute.

E tutto quanto sopra affermo con sicumera e senza bisogno di scommesse, dopo che Pascal e la sua scommessa e calcolo probabilistico sull'esistenza di Dio mi erano sembrati, in gioventù, immerso nell'affanno di una Fede che non volevo abbandonare, il tramite tormentato di un ritorno all'ovile (la metafora del Buon Pastore è costruita ad arte, beliamo in coro, fratres), ma oggi mi appare – e il Caffè filosofico me lo conferma - quel fanatico devoto che Voltaire stigmatizzava opponendolo a un furfante matricolato. 
E con il secondo si può ragionare e patteggiare obtorto collo, diceva l'Illuminista, ma con un fanatico non c'è storia. Parce sepulto.

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Blaise Pascal (Clermont-Ferrand, 19 giugno 1623[1] – Parigi, 19 agosto 1662) è stato un matematico, fisico, filosofo e teologo francese.

 
 
 
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