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Eserciti in guerra.

Post n°1234 pubblicato il 06 Maggio 2020 da fedechiara
 


Eserciti in guerra. Ieri accadeva - 6 maggio 2016 · 

Sono come gli eserciti in guerra. Una immensa distesa ai piedi delle colline di Gaugamela e l'abituale, abissale divario tra le formiche in armi dei Persiani e le 'truppe d'assalto' dei militi di Alessandro - che maneggiavano le sarisse meglio di come i saltatori olimpionici usano le loro aste flessibili.
E, certe mattine, anch'io mi sento un milite accerchiato dalle mille formiche dei nemici che più ne abbatti e li calpesti più ne insorgono da tutti i lati, non si sa da dove - e quale nascosto inferno-formicaio le vomiti a migliaia di fuori. E provo a immaginarmi la rappresentazione che si fanno di me quegli imenotteri che hanno lontane parentele cretacee con le vespe: come vedono coi loro occhi sporgenti quel gigante assassino che le sovrasta e che, come il gigantesco Golia delle truppe persiane che fronteggiavano gli eroi delle Termopili, dieci ne smembra ma altre cento gli si affollano ai piedi pronte al martirio, secondo la logica dei kamikaze e forti dei loro numeri immensi e del genetico 'tutte per una, una per tutte' di filiazione antropica, sospetto.

E la battaglia volge quasi sempre a loro favore e, da ultimo, è giocoforza ricorrere al gas sarin dei comuni insetticidi in vendita nei negozi di ferramenta e solo dopo mezz'ora di sterminio chimico il campo di battaglia si presenta come un'arida distesa di morti e feriti agonizzanti, come ben si descrive in 'Guerra e pace'.

Si lo so che qualche 'animalista' leggerà con vivo orrore queste mie righe e mi riterrà la reincarnazione di Nabucodonosor o, peggio, di Colui-che sempre-ritorna: il genio del Male quale lo rappresentano gli sceneggiatori del bel film 'Lui è tornato' - e sospetto che, in gioventù, quegli autori abbiano preso parte attiva e distruttiva a qualche 'Centro sociale', i cui membri si dicono sinceri democratici e antifascisti, ma quando gli annunciano che un Salvini qualsiasi o un militante di Casa Pound prenderà la parola in un qualche auditorium italico inscenano gazzarre e piazzate e scontri con la polizia degni di miglior causa e vorrebbero zittirli, i loro antagonisti, e cancellarli dalla faccia della terra (i più esagitati) e assaltano le librerie e bruciano i libri autobiografici che, se letti, farebbero perdere il sei per cento dell'elettorato di riferimento ai loro autori.

Questo è quel mondo e tocca sopportare che degli esimi imbecilli che si riferiscono all'area dei centri sociali e sono detti 'gli antagonisti' scrivano, impuniti, sui muri della più bella città del mondo: 'Devastazione e saccheggio.' e 'Fuoco alle carceri' e 'Acab' – l'acronimo che afferma che tutti i poliziotti sono 'bastards'.

Della serie: Le madri degli imbecilli sono sempre incinte.', mannaggia.

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