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Pasque in viaggio

Post n°1192 pubblicato il 26 Marzo 2020 da fedechiara
 

A volte ritornano

E, mentre durava la celebrazione della messa, lo sguardo andava intorno sugli archi e le volte e la cupola e i muri rivestiti di splendidissimi arazzi e di incrostazioni angeliche e le pitture sapienti di martiri e crocifissioni e martirii – e lo stupore atavico di tutto quel 'bendidio' che incantava i contadini e gli artigiani dei secoli andati si estendeva anche nella mia mente di vivente del terzo millennio della scienza e dell'incredulità di tutte quelle narrazioni leggendarie di pietre sepolcrali che si aprono, il giorno della Pasqua, come per una esplosione dall'interno e ne esce il Vittorioso, il Risorto, il Vessillifero dell'Amore Universale che tutti e tutto redime del maledetto 'male necessario' che ci affligge, - compresi i rimbecilliti e i rinnegati dell'Isis degli orrendi massacri commessi in nome di una pretesa verità profetizzata dal furbo maometto barbuto secoli dopo.

E nella predica sapiente e ben preparata e recitata dal bravo predicatore domenicano ospite della magnifica chiesa tutta adorna di angeli e cristi e apparizioni angeliche si ascoltavano gli echi dei presenti affanni e le preoccupazioni contro il terrorismo dilagante che dà forma postmoderna alle guerre di un tempo combattute in campo aperto con le lance e gli scudi e le spade. 
E tutto pare ricomporsi e trova forma credibile nelle pacate parole e rievocazioni di Pietà Universale che tutto comprende e perdona e cancella nel mosaico storico di questo museo che è la chiesa - coi candelabri cinquecenteschi accesi e il pulpito in marmo bianco e nero da cui si affacciavano i predicatori del Quattrocento che intimidivano i fedeli colle evocazioni infernali delle pene e del Fuoco Eterno.

Ma è come un balsamo lenitivo che dura il tempo dell'illusione della sua pretesa efficacia – e dopo poche ore già il rosario del Male quotidiano torna ad angosciarci e fuoriesce e tracima dalle litanie dei telegiornali e dalle locandine dei quotidiani e non c'è Santo o Cristo che tenga, né Resurrezione credibile che ci conforti e ci illumini su un preteso Aldilà dove tutto è riscattato e spiegato.

Però quel balsamo religioso di ben poca efficacia pratica ha prodotto le mirabili architetture e le pitture che durano nel tempo e segnano le civiltà e mostrano i confini delle Fedi - e ancora ci diciamo 'crociati' e vessilliferi del Cristianesimo d'antan, ad onta dei troppi Turchi che abbiamo accolto e li diciamo nostri concittadini, ma i loro figli rinnegati tornano al paese e alla fede originaria ad ingrossare l'esercito di un maometto che ritorna in auge e ci guarda torvo, come gli incubi di un passato che mai compiutamente elaboriamo.

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