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« Polarità del femminileMuri di ieri e di oggi »

Le parole che non ti ho detto.

Post n°1186 pubblicato il 19 Marzo 2020 da fedechiara
 

 

Mi chiedo quale sia la 'bellezza collaterale' di questo nostro tempo strano che abbiamo classificato con un doppio venti. E quando l'allineamento numerico fatale del 20/02/2020 si è verificato eravamo in pieno marasma da corona virus come una gigantesca caldaia di eventi catastrofici scoppiati un comparto dietro l'altro: la minaccia di una guerra tra Iran e Stati Uniti/Israele, la ripresa della guerra di Siria, i profughi, le cavallette del corno d'Africa che chissà che fine hanno fatto.

E la globalizzazione, cifra distintiva del terzo millennio, come la maledizione di Sodoma e Gomorra: mutata d'improvviso in un castigo di Dio pandemico con i motori delle economie dei diversi paesi che si spengono e tacciono, le città vuote, l'assalto ai supermercati, le reclusioni ai domiciliari e le evasioni conseguenti, i contagiati, i morti a migliaia e le quarantene come nelle antiche pesti e la corale preghiera: 'andrà tutto bene' e 'ce la faremo' e speriamo che passi presto.

E la mia generazione era scampata a guerre e pestilenze e, si, siamo stati testimoni di stragi e terrorismi e la disintegrazione di altissime torri gemelle - e i profughi immigrati che avevamo detto speranzosamente nuovi cittadini hanno partorito 'radicalizzati sul web' assassini - ma tutto sembrava potersi controllare ed esorcizzare e così è stato, in parte; ma l'espansione pandemica del contagio di oggi ha grandezze inusitate, fa scoppiare i continenti uno via l'altro: Asia, Europa, America, l'Africa, forse, il più malandato e privo di copertura sanitaria adeguata, che Dio la/ci aiuti - ed è gradita anche la preghiera solitaria del papa Francesco barcollante per le vie di una Roma deserta che ha chiesto 'la grazia' a chi di dovere tramite i suoi canali personali e le chiese dedicate.

E dove sia e che fattezze abbia la 'Bellezza collaterale' del bel film che ho appena finito di vedere non è dato di sapere in tanto fragore di statistiche funebri che si mangia i telegiornali e non so se l'interrogare l'Amore, il Tempo e la Morte – le tre figure-chiave del film – ci offrirebbe risposte soddisfacenti e consolatorie.

La Morte, sopratutto, falce che pareggia tutte le erbe del prato, non riesce a forare le nostre corazze mentali e offrirci contezza e senso di questo suo pandemico rimangiarsi le illusioni di eterno che ci hanno nutrito coll'avanzare delle cifre della vita media - e nel Medioevo ne avevano dimestichezza e rassegnazione obbligata, invece, e fosse comuni e grandi cattedrali e monaci salmodianti, ma noi, dall'alto della Scienza e della Medicina e delle Università che han fatto passi da gigante attiviamo i laboratori all over the world dove affannati ricercatori distillano i vaccini prossimi venturi e i medicinali miracolosi e incrociamo le dita.

Ma finirà che anche le presenti generazioni dovranno darsi la mano come nella danza macabra del film di Bergman 'Il settimo sigillo' e accettare che la Parca assassina tagli il filo non più con la forbice bensì con una sua macchina digitale di nuovo conio tarata su numeri altissimi, alleata con il Tempo che si restringe vieppiù - e ci impaura il suo contrarsi e venir meno.

E non ci resta che rivolgerci all'Amore, fragile sentimento bistrattato, e scolpirlo nei petti ansimanti per le 'dispnee' e le polmoniti fulminanti e farne un monumento nei cuori e nelle menti di tutti e provare a rilanciarne le sorti restando umani e amorosi al tempo dei flagelli - e dicendoci nei telefonini, la sera e la notte, la parole desuete, le 'parole che non ti ho detto' – come quei morituri delle torri gemelle prima di gettarsi dalle finestre degli edifici in fiamme e che si sfarinavano sotto l'urto degli aeromobili assassini.

 

L'immagine può contenere: una o più persone, cielo, nuvola, spazio all'aperto e natura

 
 
 
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