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« Mercanti in fieraAmor ch'a nullo amato »

L'arte ancella

Post n°887 pubblicato il 02 Giugno 2019 da fedechiara
 

 

E l'Arte sembra voler essere ancella della Scienza e della Letteratura, a giudicare da certe mostre e installazioni 'site-specific' della Biennale - 'pensate e fatte sul luogo', non vi spaventate per i troppi inglesismi che troverete e il vizietto di scrivere le didascalie e le spiegazioni e le biografie degli artisti solo in inglese, ignorando la buona regola della cortesia dovuta al paese ospitante.

E l'Azerbaigian - paese di cui conosciamo poco o nulla, figurarsi i suoi artisti -, la fa da padrone, in questa Biennale 2015, con ben tre sedi espositive e di prestigio (Palazzo Barbaro, Ca' Garzoni e palazzo Lezze in campo S. Stefano, la sua storica base di partenza), tutte degne di nota e di visita e diversissime tra loro per l'offerta artistica e magnifiche le invenzioni, le informazioni su quanto ci accade mediate dall'arte e le vere e proprie storie di vita che vi si narrano.

E mi ha colpito 'l'Unione del Fuoco e dell'Acqua' a palazzo Barbaro – dove si narra la strana storia di un magnate del petrolio che visitò Venezia con la sua amata e rimase così colpito dalla bellezza dei suoi palazzi e le ogive gotiche da voler costruirne uno simile a Baku, la capitale (che già l'aristocratico veneziano Barbaro, ambasciatore, visitò nel Quattrocento nel corso di quei loro magnifici viaggi che duravano quattro e più anni e, quando tornavi, tutto era mutato e vivevi un'altra vita). E la storia di quel magnate e della sua amata è struggente e finisce in tragedia, la tragedia dei Soviet, e il resto andate a vedervelo, ne vale davvero la pena.

E a Ca' Garzoni, invece, l'Arte sposa la Scienza riferita all'ambiente nostro degradato e inquinatissimo e le meravigliose sale restaurate di recente ospitano invenzioni artistiche davvero belle e bravi gli artisti e le loro figurazioni d'incanto, ma non trascurate di soffermarvi a lungo nel laboratorio-antro de' moderni maghi della scienza dove si dà conto del problema (già sollevato da molti, ma da troppi governi e persone trascurato) delle immense estensioni di nuove isole e veri e propri territori (alcuni grandi più del Texas) fatti di plastiche raggrumate dai vortici oceanici i cui vari e diversi frammenti, sulle spiagge, si mostrano nella postmoderna forma di polimeri rocciosi: minerali di nuovo e postmoderno conio con cui i nostri nipoti dovranno convivere e i bis-nipoti forse riusciranno a trasformare e plasmare ed elaborare in nuovi materiali buoni per l'architettura futura e oggetti di uso comune.

E gli artisti ospitati ci mostrano da par loro le paure e gli incubi che ci tormentano, ma anche le invenzioni geniali che trasformano le statistiche scientifiche in quadri 'alla Mondrian' che occupano scenograficamente intere pareti e questo uso dell'Arte e i suoi luminosi apparentamenti finalmente ci con-vincono che non tutto di quanto abbiamo visto e vedremo nei mesi a venire è asfittica ed enigmatica 'conceptual-art', bensì chiara esposizione e illuminazione per le quali ci diciamo ammirati - e ci auguriamo che 'mille di queste esposizioni' scalzino, in futuro, quelle opere astruse di troppi sedicenti 'artisti' che, interrogate dal muto e perplesso visitatore, sprezzantemente non rispondono. 
Forse perché non hanno nulla da dire?

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L'arte quale orizzonte di futuro gramo.

...che poi il fascino dell'arte di oggi sta tutto nel suo 'prendere posizione' nei confronti di tutto quanto è vita e movimento e/o stasi del vivere, nel suo farsi 'politica' e proposta di cambiamento radicale di tutto il marcio e il cattivo e lo stagnante che abbiamo sotto gli occhi; e chi sente il bisogno o accetta di 'prendere posizione' di fronte allo status quo non può poi sottrarsi alla polemica anche forte – o al rifiuto radicale di molti di considerare 'arte' (ma cos'è arte e cosa no? Ah! Il vecchio tormentone di sempre!) certe 'opere' o 'performances' schierate sul fronte dell'impegno politico radicale.

E se Marinetti invitava a 'uccidere il chiaro di luna' in questa città di gondole e gondolete e serenate e indicava il movimentismo estremo e il 'tirare dritto' mussoliniano quale solo orizzonte di futuro condivisibile – e finì collo schierarsi a favore dell'interventismo bellico e ne seguì il 'cupio dissolvi' della guerra nel fango delle trincee e le mitragliatrici che ne falciavano a centinaia ogni giorno, oggi abbiamo quel tale, americano, che la guerra aborrisce ed effigiava Ronald Reagan col naso della lunghezza di un fallo: un po 'testa di c....', un po Pinocchio beccato dalla fatina a mentire spudoratamente. O le straordinarie raffigurazioni miniaturizzate dei due fratelli geniali che allestiscono gigantesche teche fitte di calvari e croci e ordinari orti di gestsemani dove soldati atroci colla divisa delle SS tagliano teste e sbudellano e impiccano e fanno le orrende cose che hanno fatto nella Storia recente -ed è finita con il massacro spaventoso di Hiroshima e il bombardamento di Dresda che ne ha uccisi oltre 200000 in tre giorni.
E ricordo il padiglione messicano di due anni fa in cui l'artista designata lavava con acqua e sangue i pavimenti delle stanze per ricordarci l'orrore delle centinaia di morti ammazzati dalla criminalità senza limiti di massacro dei 'narcos' e la notissima artista balcanica che pietosamente 'carezzava le ossa' dei morti in una sua mai dimenticata performance.

E l'incredibile caos di eventi che contraddistingue la nostra epoca presente non può non partorire mostri e mostricciattoli artistici e le pretensiose insignificanze insieme ai 'mille fiori' che indicava Mao ai tempi suoi – e oggi sono mille e mille i cinesi che invadono gli spazi di questa biennale e città e ci gridano nelle orecchie che 'la Cina è vicina', ahinoi! Ecchè non ce n'eravamo accorti? con tutti i bar e i negozi e i ristoranti 'dei cinesi' che incocciamo ad ogni passo e fondamenta e campo e ancora ci domandiamo come mai nei cimiteri indigeni non si vede una lapide con il loro nome e l'effigie.

Abramovic_Balkan-Baroque

 
 
 
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