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Fatti e situazioni di un Italiano in Cina

 

 
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Entartainment Expenses

Post n°176 pubblicato il 04 Febbraio 2010 da TomcatUSA
Foto di TomcatUSA

Una delle voci più onerose del conto economico aziendale è quella relative alle così dette “Customer Entertainment expenses” ovvero le spese sostenute per intrattenere i clienti… perché qui in Cina l’intrattenimento dei clienti è una cosa seria… Il cliente qui si aspetta di essere “intrattenuto” e non fa assolutamente mistero del fatto che il suo ordine sarà direttamente proporzionale al tipo di “intrattenimento” che riceverà… La cosa è talmente normale che nessuno si fa alcun riguardo a chiamarti e dirti:

-«Pronto?? Sono il sales manager…»
-«Ah… ciao, come va??»
-«Non c’è male grazie… senti… mi ha appena chiamato uno dei capi del nostro più grande cliente…»
-«Molto bene, fa sempre piacere ricevere notizie dai grandi clienti. Vuole per caso fare un nuovo ordine??»
-«No… vuole fare un viaggio… assieme ai suoi stretti collaboratori… più qualche moglie… e qualche concubina… una dozzina di persone al massimo…»
-«Molto interessante… e dove vorrebbero andare di grazia??»
-«Pensavano in Europa… Una decina di giorni giusto per fare il giro delle capitali europee… Roma, Parigi, Madrid, Vienna…»
-«Capisco… secondo me è un bel viaggio… ma perché mi stai dicendo tutto questo??»
-«Perché non sono interessati a pagare il viaggio…»
-«Davvero?? E chi dovrebbe pagare??»
-«Noi…»
-«Noi??»
-«Si… Voli, alberghi, trasporti… pranzi… cene… tutto a carico nostro»
-«Per una dozzina di persone??»
-«Si…»
-«Con anche le concubine?!?!»
-«Si… anche le concubine…»
-«Per tutte le capitali Europee??»
-«No, non tutte… quasi tutte… Londra ad esempio non l’hanno citata»
-«Meno male… Londra è carissima…»
-«Infatti…»
-«Possiamo rifiutarci??»
-«No… o meglio possiamo ma poi avremmo qualche problema a ricevere ordini da loro… e anche i pagamenti si allungherebbero enormemente… Senza contare il problema di perdere la faccia…»
-«Perché saremmo noi a perdere la faccia… non loro che mi chiedeno di portare le loro concubine in viaggio per l’Europa…»
-«Esattamente… sai come funziona qui… la faccia è molto importante… non si può perdere la faccia…»
-«Per carità… questo è ormai chiarissimo… rimango solo ancora un po’ insicuro sulle modalità che qui ti fanno perdere la faccia…»
-«Non ti preoccupare… col tempo imparerai…»
-«Speriamo… E quindi??»
-«E quindi è meglio che ci affrettiamo ad organizzare il viaggio…»
-«Affrettiamoci quindi… Non c’è tempo da perdere… senti…  a proposito di perdere la faccia… non è che per caso ti hanno anche detto quando hanno intenzione di pagare tutte quelle macchine che da mesi continuiamo a spedire??»
-«No… di questo non hanno parlato… gli sarà passato di mente…»
-«Probabile… con questo pensiero del viaggio immagino saranno tutti estremamente occupati a decidere che vestiti portarsi… questo genere di cose porta sempre un sacco di grattacapi…»

Purtroppo situazioni del genere sono all’ordine del giorno qui in Cina tanto che anche il fine settimana scorso ho avuto in carico una mezza dozzina di ospiti che avevano deciso di passare qualche giorno in totale relax a ZhuHai, Macao e Hong Kong… ovviamente a spese mie.
Stando così le cose, è evidente che anche i rimborsi spese che ricevo regolarmente dai vari venditori e tecnici dell’after sales sono solitamente piuttosto consistenti visto il loro continuo contatto con i clienti… e visto che le “Entertainment expenses” sono una piaga estremamente diffusa e ormai comunemente accettata alla stregua di un male incurabile, in alcuni casi si pone il problema di verificare che qualcuno dei miei venditori e affini non approffitti della situazione e incominci ad usare in maniera impropria il denaro aziendale pagando cene e vacanze premio non alle concubine del cliente ma ahimè alle proprie concubine cosa che porterebbe ad un ROI (ritorno dell’investimento) praticamente nullo… Per cercare in qualche modo di non svilire troppo questo importante indice di performance aziendale, molti mesi fa ho richiesto che tutti i rimborsi spese venissero esplicitati su un apposito modulo in cui bisognava specificare il nome del cliente e il progetto a cui la spesa era riferita oltre ovviamente ad una descrizione della spesa stessa. La cosa era stata accettata di buon grado da tutti e in effetti da subito ho incominciato a ricevere dettagliate note spese che avevano però il grosso inconveniente di essere scritte completamente in cinese… l’unica cosa che riuscivo a capire era la cifra di RMB spesi e niente più cosa che non appagava affatto la mia voglia di conoscere in dettaglio come il denaro aziendale venisse effettivamente “investito”. Il chiedere alla ragazza che mi portava la pila di moduli da firmare di tradurmi in real time cosa ci fosse scritto sui moduli stessi è risultato ovviamente troppo laborioso e soprattutto poco efficace visto che il più delle volte quello che mi veniva tradotto non aveva assolutamente senso. Pensando che il problema fosse la ragazza che avrebbe dovuto tradurmi le note spese, qualche mese fa ho ingenuamente pensato di risolvere il problema chiedendo espressamente che le note spese venissero compilate in inglese in modo da evitare tortuose e strampalate traduzioni che spesso mi lasciavano alquanto perplesso… Ed è stato a quel punto che ho capito che il problema non era la ragazza con il suo inglese un po’ stentorio ma erano proprio coloro i quali compilavano le note spese che evidentemente con il denaro aziendale facevano (e fanno) cose piuttosto curiose…

Qualche giorno fa ad esempio sembra che un venditore, per intrattenere i clienti, abbia deciso di affittare una gru… ho provato a chiedere il perchè dell’insano gesto ma le spiegazioni che mi sono state date erano più incomprensibili dell’affitto della gru stessa e alla fine mi sono arreso… lo stesso giorno un altro venditore avrebbe pagato “l’espansione di un maniero intercontinentale più due bottiglie di refrigerante…” Ok per il refrigerante… ma serviva proprio espandere il maniero intercontinentale?? Comunque il tutto è costato l’equivalente di ottanta euro per cui, tutto sommato, direi che si tratta di una cifra accettabile considerando quanto costa espandere un maniero intercontinentale al giorno d’oggi ragione per cui, alla fine, ho firmato senza battere ciglio. Più problematico è stato invece accettare un “Crown Thong futures” che, non sapendo bene cosa fosse, cercando su google ho scoperto potrebbe trattarsi di una variante del classico perizoma con le piume usato comunemente al carnevale di Rio… più o meno dodici euro… ovviamente sto ancora cercando di capire chi dovesse indossare questo strano capo d’abbigliamento e soprattutto perché… E fin qui tutto bene nel senso che, nonostante qualche perplessità sulle assurdità che stavo di fatto firmando, sono riuscito a mantenere un contegno tutto sommato abbastanza professionale… niente ho però potuto quando mi è stato chiesto di firmare il rimborso per l’acquisto di un “God card center” (???) all’interno del quale sembra si potesse accedere a delle stanze da cui si poteva vedere il futuro (“look at the future through the rooms”)… così almeno era scritto… a quel punto non ce l’ho più fatta e, perdendo ogni contegno, ho iniziato a ridere per mezz’ora senza poter smettere. Alla fine la ragazza che era di fronte a me, un po’ in imbarazzo per il mio strano comportamento, mi chiede:
-«Ma perché ridi tanto??»
-«Perché sono felice…»
-«Felice?? E perché??»
-«Perché se è vero che questo qui ha la carta divina per accedere a questo centro dalle cui stanze si può vedere realmente il futuro, vuol dire che i dati del budget di vendita che mi ha mandato qualche giorno fa sono sicuramente molto accurati…»

 

 
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