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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Voglio andare a vivere lontano...

Post n°267 pubblicato il 07 Febbraio 2011 da bimbadepoca
 

Da ieri mattina ho la cistite, è la seconda volta in vita mia che provo questa meravigliosa sensazione, mi era già successo una decina d'anni fa, quando ancora vivevo a Parigi. Che c'importa direte voi, e ci avreste pure ragione, ma io devo raccontarvi una storia e quindi questo dettaglio è molto importante.


Dieci anni fa, durante la notte mi svegliai con quest'impellente bisogno di fare la pipì, inutile che vi spieghi nei particolari il dolore e il bruciore che si prova. Non sapendo cosa mi stava succedendo, ne ero anche spaventata, ma credevo che alla fine quell'orribile sensazione passasse da sola, Invece dopo aver, stoicamente, sopportato per un paio d'ore, mi trovai costretta a svegliare mio marito alle prime luci dell'alba. Era domenica.
Lui telefonò immediatamente alla guardia medica, spiegò i miei sintomi e tempo dieci minuti, arrivò un dottore a casa nostra. Un medico gentile e competente, che dopo avermi visitata, mi fece un'iniezione calmante. Ci spiegò che avrei dovuto fare un urino coltura e in base ai risultati avrei dovuto prendere un antibiotico specifico.
Dal suo telefono cellulare chiamò il laboratorio analisi. Cinque minuti dopo arrivò un'altra dottoressa per il prelievo, se possibile ancora più gentile e premurosa del primo.
Nel frattempo il calmante fece effetto e riuscì anche a riposare un po'. Meno di un'ora dopo telefonò il primo medico che aveva già avuto il risultato dal laboratorio analisi, chiedendo a mio marito se poteva passare a ritirare la ricetta oppure doveva mandarci qualcuno con il medicinale. Quando mio marito andò a prendere la ricetta ebbero pure la premura di annotargli su un foglietto l'indirizzo della farmacia di turno. Alle nove di quella domenica mattina avevo già preso l'antibiotico, specifico per il mio caso, e non avevo più alcun dolore.
Feci la cura così come mi era stata prescritta e sono stata bene, senza avere mai più ricadute.


Fino a ieri. Quando domenica mattina mi sono svegliata con i sintomi inequivocabili di una cistite, come dieci anni prima ho cercato di sopportare il più possibile il dolore, ho svegliato mio marito soltanto verso le otto. Stessa scena, lui ha telefonato alla guardia medica, e si è sentito rispondere d'andare in farmacia e farsi dare un farmaco generico per la cistite. Tanto ne esistono dozzine di varianti e l'uno valeva l'altro.
Ho preso questa pastiglia, scelta a caso dal farmacista, ma senza risultati apprezzabili, il dolore si è solo leggermente attenuato. Però in cambio mi è venuto un mal di stomaco lancinante, talmente forte che ho dimenticato d'avere la cistite. Certo nel foglietto illustrativo era evidenziato che in alcuni casi poteva dare origine a nausea e vomito, ma voi cosa avreste fatto al mio posto???
Mio marito vendendomi contorcere dal dolore, voleva portarmi alla guardia medica, ma ricordandomi che l'ultima volta che c'ero stata, una banale congiuntivite era stata scambiata per una lesione oculare, non so secondo quali criteri magici, ho preferito evitare.
Ho declinato anche l'invito a recarmi al pronto soccorso, ben sapendo che per una semplice cistite avrei avuto il codice verde pallido e mi sarebbero toccate minimo un paio d'ore di sala d'attesa.
Ho sopportato il dolore per tutto il giorno.


Poi stamattina sono andata dal mio medico curante. Essendo lunedì c'era una lunga coda di pazienti. Ho aspettato pazientemente, finché è arrivato un informatore sanitario, che come sapete hanno la precedenza sui malcapitati pazienti. A quel punto, vincendo la timidezza, ho chiesto se gentilmente potevo entrare prima. Il dolore era insopportabile, dovevo fare la pipì ed ero rossa per la vergogna di confessare che stavo male.
Ovviamente mi hanno fatto entrare, anche se qualcuno mi ha guardato di malo modo probabilmente non credendo all'autenticità del mio malessere. Il mio medico, senza visitarmi e in modo alquanto affettato, mi ha prescritto un altro farmaco generico, ho chiesto se non era il caso che facessi un urino coltura e mi ha risposto che facendomi la richiesta in quel momento sarei riuscita a fare le analisi solo il giorno dopo, normalmente per avere la risposta ci vogliono tre giorni lavorativi e non potevamo aspettare così a lungo. Magari, se proprio volevo, le analisi avrei potuto farle la prossima settimana. Notare come il plurale è diventato singolare nel giro di una sola frase.
Mi ha detto di prendere il medicinale la sera prima d'andare a letto, ho spiegato che proprio non riuscivo più a sopportare il dolore, ma mi ha risposto che avrei dovuto resistere fino a sera. In pratica sono quasi trentacinque ore che ho la cistite e non so più cosa fare!!!


Adesso è chiaro perché voglio andare a vivere all'estero??? E non me ne importa nulla della pizza, della cucina, del sole e del clima del nostro paese, se mancano totalmente i diritti fondamentali dei cittadini.

 
 
 
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