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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Dilemmi autobiografici

Post n°274 pubblicato il 17 Gennaio 2013 da bimbadepoca
 

Ho avuto l’ingrato compito di scrivere una mia breve biografia. E sono entrata in crisi. Che scrivo?
Cosa ci sarebbe da dire su di me che non sia la solita lista di dati e luoghi? E al contrario posso mai parlare di me stessa usando la terza persona singolare, come se non fossi io, come se fossi un’estranea da osannare??? 
No, non posso farlo anche se così fan tutti, ma io, quando leggo le biografie di questi aspiranti artisti non riesco a trattenere il riso, me li immagino a scrivere di se stessi, a cancellare i termini comuni, ad aggiungere aggettivi qualificativi, a inondare lo scritto di superlativi assoluti, a raccattare nei cassetti della memoria attestati di benemerenza.  
Ho una conoscente che nella sua biografia ha rivelato di essere una giornalista, ma l’unica cosa che abbia mai scritto, in uno sconosciuto quotidiano di provincia, è la lista dei presenti a una serata mondana. Un altro si è proclamato giornalista, credendo in assoluta buona fede che i suoi inopportuni commenti alle notizie sul web, siano da considerarsi articoli a tutti gli effetti. E quelli che si dichiarano free-lance, e tu immagini chissà quali creativi siano, li vedi già armati di macchina fotografica che rischiano la vita in zone di guerra e, invece, scopri con immensa delusione che sono disoccupati o casalinghe disperate.
Per non parlare di quelli che sgranano titoli accademici come fagioli nel piatto. Un’altra mia conoscente ci ha riempito due pagine con i suoi attestati, leggevo e pensavo “ma che davvero”, poi ho ricordato che è diplomata contabile. Che sbaglia i congiuntivi. Che non conosce la storia. Che ha una visione della vita piccola piccola. Che per promuovere il suo romanzo si è fatta fotografare mezza nuda. Che in questi scatti ha pose da contorsionista. Che da quel momento si è affibbiata il titolo di scrittrice e lo brandisce come fosse la spada di Orlando contro tutti i poveri malcapitati che le fanno notare i numerosi errori grammaticali. Muori fellone io sono una scrittrice, i miei non sono errori ma licenze poetiche.



Ecco, io una cosa del genere non la so fare, non mi so vendere, non so scrivere di me in terza persona. Sono più in imbarazzo adesso che sono costretta a scribacchiare queste due righe di descrizione, che il giorno del mio primo appuntamento.
Scusate, forse dovrei spiegarvi i motivi per cui sono obbligata a redigere la biografia di me stessa. Pubblico una storia!!! La mia prima storia!!! Una storiella!!! Una storiellina!!! Quattrocento battute spazi inclusi. Un gioco letterario molto carino nato su quel famoso social network.
Da qualche mese vi partecipo puntualmente ogni settimana, i premi in palio per i vincitori sono sempre diversi, giuro che manco li guardo, partecipo per il gusto di scrivere, d’inventarmi una storia con una trama plausibile in pochissime righe. E non lo so ancora com’è successo, ma una settimana sono stata la vincitrice scelta dalla giuria, e quella settimana il premio in palio era la pubblicazione cartacea in appendice a un romanzo della Todaro editore.

E ora, quindi, mi è richiesta una breve biografia di presentazione da aggiungere al mio lavoro. E sono in crisi.
Le mie amiche mi suggeriscono di scrivere “Nata e, nonostante tutto, i familiari ancora sopravvivono” che potrebbe essere anche carino se non mi ricordasse un necrologio. Un’altra mi consiglia “Sono come sono”, che mi piace tanto ma non vorrei dare l’impressione dell’artista relativista con echi di pirandelliana memoria. C’era pure una poesia di Prévert “Je suis comme je suis”. In mancanza di altisonanti titoli accademici posso citare la conoscenza letteraria come attestato di merito??? 
Invece un altro amico mi ha proposto spiritosamente di allegare un video, che potrebbe essere di gran lunga la soluzione migliore. “Eccomi qui, son io. Che cosa faccio? Scrivo. E come vivo? Vivo. Or che mi conoscete leggete se vi piaccia”. Sì sarebbe carino, potrei pure farlo cantato, sarebbe una cosa originalissima dato che sono stonata come una campana.

 
Il problema comunque resta, cosa scrivo? Sono convinta che alla fine digiterò  direttamente i dati del mio codice fiscale. 

 
 
 
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