Creato da bimbadepoca il 16/03/2005

Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

TAG

 

ULTIME VISITE AL BLOG

carima68Marquez36santiago.gamboacassetta2mariomancino.mannisexantaSherrileeniopaldoCherryslacquasalata111QuartoProvvisoriodolce.melodia1bugiardogl0la.cozza
 

IL CUORE E LE STELLE

Per chi sente la necessità di guardare in faccia l'autrice di questo blog.
Si ringrazia Seduzir64 per il sottofondo musicale.

My windows Live spaces 

 

LA MIA LIBRERIA

 

in continuo aggiornamento su aNobii

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Innamorarsi di AntinooDilemmi autobiografici »

Animals are friends not food

Post n°273 pubblicato il 18 Giugno 2012 da bimbadepoca
 

Da bambina detestavo mangiare la carne, con grande dispiacere di mia madre, convinta sostenitrice del valore proteico di salumi e cotolette.
Niente, non c'era verso, per me la classica fettina in padella equivaleva alla cicuta di Socrate. Per fortuna in casa avevamo un cane, una bastardina nera di nome Kelly, la quale puntualmente a ora di cena si poneva sotto la mia sedia. Spesso mia madre la cacciava fuori dalla cucina trascinandola per la collottola ma Kelly cresciuta tra un branco di bambini scalmanati, appena poteva sgattaiolava nuovamente in cucina mettendo il muso sulle mie gambe.


Le fettine, che secondo mia madre, avrebbero dovuto farmi crescere forte e sana, finivano tra le fauci soddisfatte della mia cagnetta. Certe volte mia madre sapendo della mia avversione per la carne si sedeva proprio di fronte a me per accertarsi che realmente mangiassi, io fingevo di apprezzare la meravigliosa pietanza, impugnavo coltello e forchetta da brava bambina e mettevo il pezzetto di carne in bocca sorridendo. Appena mia madre volgeva lo sguardo altrove sputavo velocemente la carne sul pavimento. Non sempre questa elegante manovra mi riusciva, a volte mia madre non distoglieva lo sguardo quindi mi toccava fingere di masticare per lunghissimi minuti, altre volte ero colta in flagrante e mi beccavo certi schiaffoni che ancora li ricordo. I rimproveri erano all'ordine del giorno, mia madre mi accusava di sciupare un cibo destinato ai re, mi prospettava terribili malattie e in cuor suo non si capacitava di questa figlia contadina, che preferiva le proletarie verdure. Sì, perché ero capace di mangiare decine di panini con i friarielli, ma le salsicce statene certi, finivano a ingozzare Kelly sotto il tavolo. Ho sempre pensato che non sarei sopravvissuta se non avessi avuto un cane.


Una volta mi capitò di veder uccidere un coniglio, credo d'averlo già raccontato tra le pagine di questo diario, accompagnavo mia madre a fare la spesa e quel giorno ci fermammo in macelleria. In quegli anni gli animali da cortile erano macellati sul momento, non esistevano ancora le pallide e asettiche fettine di carne confezionate nelle vaschette di polistirolo, che distrattamente buttate nel carrello. La mia generazione ha vissuto il passaggio dalla società semplice e provinciale all'opulenza del consumismo di massa.
Quella mattina in macelleria c'era una gabbia piena di coniglietti e le massaie se li sceglievano con occhiate da intenditrici. Il macellaio afferrava il prescelto e lo sgozzava con indifferenza, continuando a chiacchierare e a corteggiare le clienti. Io avrò avuto circa sei anni, tiravo mia madre per la manica perché non capivo come nessuno fermasse quella crudeltà, perché tutto continuasse uguale intorno a me. Avevo scelto un coniglietto anch'io e lo guardavo stringersi agli altri e tremare di paura. Non ho mai dimenticato il terrore che gli leggevo negli occhi. Non ricordo altro, forse ho pianto o forse ho avuto gli incubi di notte.
So solo che non ho mai toccato carne di coniglio e che mia madre non ha mai insistito per farmela mangiare, ogni volta che la preparava, per me comprava la mozzarella.


Con un curriculum del genere era inevitabile che diventassi vegetariana. La prima volta ho smesso di mangiare carne nell'agosto del 1990, pochissimi giorni dopo aver chiuso una storia d'amore durata quattro anni. Nonostante fossi giovanissima, facevo il bilancio della mia vita ed era fallimentare, fino a quel momento avevo collezionato solo errori e uomini difettati. Uno dietro l'altro. Dovevo assolutamente cambiare. Un colore di capelli diverso, l'allontanamento di tutti gli amici di cui mi ero circondata fino a quel momento e l'eliminazione della carne dal mio menù.
Sono stata vegetariana per quasi cinque anni e ne avrei da raccontare di aneddoti e pregiudizi, di lavate di capo e di piatti sbattuti a terra. Al sesto mese di gravidanza ho dovuto smettere, non avevo più ferro e le cure mediche non mi facevano effetto.
In questi quindici anni ho mangiucchiato carne, sempre controvoglia, sempre poca. Negli ultimi tempi mangiarla mi costava veramente fatica, ogni volta che ingoiavo un boccone, ripensavo alle vacanze in montagna, alle mucche al pascolo che accarezzavo, agli agnellini morbidi che stringevo al seno, ai maialini rosa che si lasciavano fotografare incuriositi. Mi sentivo un cannibale.

 

Da un anno e mezzo ho smesso nuovamente di mangiare carne, contrariamente alla prima volta, dove mi limitai a eliminare la carne dalla dieta senza fare alcuna modifica, questa volta sono molto attenta a bilanciare quello che mangio. L'idea che molti hanno dei vegetariani è d'individui tristi e infelici, i quali piluccano da soli verdurine scondite. Niente di più falso, da quando sono vegetariana la mia dieta si è arricchita di sapori, odori e colori. Consulto regolarmente siti di ricette, mi lascio tentare dai cibi di altri paesi, interpreto tutto secondo la mia fantasia. La mia cucina è diventata un laboratorio creativo, una fucina d'idee, ogni giorno m'invento un piatto nuovo, utilizzo spezie che prima manco sapevo che esistessero, provo abbinamenti insoliti. Ho coinvolto in questa esperienza tutta la famiglia, anche se ogni tanto mi tocca cucinare la carne altrimenti mio figlio mi denuncia a telefono azzurro per inadempimento dei doveri materni.


Sono consapevole che il mio gesto singolo non salverà gli animali dalla macellazione, vorrei che tutti smettessero di mangiare carne, che tutti non comprassero prodotti cosmetici sperimentati sugli animali, che le persone ritornassero a quella che era l'alimentazione spartana dei nostri nonni. Per questo v'invito a leggere le motivazioni che spingono noi vegetariani a essere come siamo.
Anche se, devo proprio confessarlo, continuo allegramente a mangiare frutti di mare e gamberi. Senza alcuna competenza scientifica ho declassato crostacei e vongole in fondo alla scala evolutiva, li ho inseriti tra gli animali privi di sentimenti e intelletto. Ma ogni volta che guardo Alice nel paese delle meraviglie e le sue ostrichette, un piccolo dubbio mi attraversa la mente e non so se posso considerarmi vegetariana per davvero.

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

LA TRAMA DI QUESTO BLOG:

" E quello che lei mi disse
fu in idioma del mondo,
con grammatica e storia.

 

Così vero
che sembrava menzogna."
(Pedro Salinas)

 

Sa sedurre la carne la parola,
prepara il gesto,
produce destini.

(Patrizia Valduga)

 

 "Altri menino vanto delle parole che hanno scritto: il mio orgoglio sta in quelle che ho letto"
(J.L. Borges)

 

"Quello che ora diamo per scontato, un tempo fu solo immaginato"

(William Blake)

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963