Mondo Jazz

ENRICO RAVA QUARTET SU RADIOTRE


Rieccoci di nuovo in veste di ‘servizio pubblico’, dal momento che siamo sempre in attesa del secondo invio della fantomatica newletter Rai sottoscritta ormai un paio di mesi fa. Nel frattempo la programmazione jazzistica prosegue, annunziata solo da un ‘pertugio’ sulla pagina di RadioTre Suite, che consente di anticipare di qualche giorno appena i concerti che giornalmente vanno in onda nel ben noto ‘Cartellone’: evitiamo di ripeterci su questo bell’esito dell’introduzione dell’app Rai Play, già ‘lapidata’ dagli utenti sul Play Store di Goggle.Domani 25 settembre, alle ore 20:30 (con probabile solito ‘ritardo accademico’), nell’ambito di RadioTre Suite verrà messa in onda la registrazione di un concerto tenutosi il 26 ottobre 2017 a Cormons (che il Grande Spirito della Musica salvi anche “Jazz and Wine of Peace”, dalle loro parti non tira una bella aria….) con protagonista il quartetto di Enrico Rava, e cioè:   Enrico Rava, flicorno e tromba Francesco Diodati, chitarra elettrica Gabriele Evangelista, basso Enrico Morello, batteria Qualcuno potrà osservare che questo passaggio radiofonico di un ensemble di cui molto si è parlato non ha carattere di eccezionalità: io ribatto che proprio l’alto livello del gruppo non consente di  ascoltarlo così spesso dal vivo, com’ è capitato a me quasi due anni fa. E poi c’è un altro motivo, ancora più sostanziale: questo combo è forse uno dei migliori risultati del Rava talent scout e leader (a mio avviso in Italia al massimo ne abbiamo un altro paio, non di più). Anche a prescindere dalle singole personalità individuali (già di per sé di tutto rilievo), il terzetto Diodati/Evangelista/Morello brilla per la compattezza ed scioltezza dell’insieme: i nostri colleghi d’oltreoceano direbbero “seamless”. Un risultato di assoluto rilievo e con ben pochi eguali in una scena jazzistica che sembra fatta apposta per frantumare e smembrare sin sul nascere formazioni anche accuratamente assortite e bisognose solo dell’indispensabile rodaggio nella pratica quotidiana: di questa grave debolezza strutturale del nostro circuito anche noi del pubblico portiamo non poche responsabilità, diciamocelo, ma questo è discorso che andrà approfondito in altra occasione. I miei ricordi mi riportano un Morello che si distingueva per un drumming leggero, controllato, pieno di sfumature, sempre presente; un Evangelista che brillava per velocità e precisione sui tempi vivaci; last, but not least, un Diodati dal fraseggio mobilissimo ed ampio, con lunghi archi melodici e basato su di un tono molto liquido, un partner prezioso anche nel semplice accompagnamento. Auguro a tutti la mia stessa esperienza d’ascolto, ed al quartetto di calcare compatto ed inossidabile ancora tanti palcoscenici.Franco Riccardi