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WAYNE SHORTER - OLTRE LA VITA OLTRE LA MORTE

Post n°3782 pubblicato il 15 Novembre 2014 da pierrde

Sul profilo Facebook di Antonella Bussoletti è comparso questo contributo sulla vita e sulla musica di Wayne Shorter. Interpretando lo spirito di condivisione e la valenza dello scritto, lo posto sul blog per capitoli, cosi' come nello scritto originale. 

Sassofonista e compositore di statura mondiale, per ben sei volte Shorter è stato insignito del Grammy Award, il più alto riconoscimento nel mondo della musica americano, paragonabile all’Oscar per il cinema.

Di solito i grandi musicisti imparano a suonare lo strumento durante l’infanzia, il loro talento viene scoperto e incoraggiato relativamente presto. Al contrario Wayne Shorter ha preso il sassofono in mano per la prima volta a sedici anni. Lasciata la scuola, fino a quell’età aveva lavorato in una fabbrica di macchine da cucire.

«Chiaramente – racconta – mi interessavo alla musica, ma non avrei mai nemmeno osato sognare di poter diventare, prima o poi, io stesso musicista. Quindi ho seguito le tracce di mio padre e ho fatto l’operaio». Il suo lavoro alla catena di montaggio consiste nell’infilare un pezzo dentro un altro.

Un giorno sì e l’altro anche. Dopo un anno Wayne pensa: «Questa vita, ripetitiva e senza alcuna prospettiva di sviluppo, non è quella che desidero». Avere preso coscienza di questo lo porta, nel 1952, a intraprendere lo studio di teoria della musica alla New York State University. «Negli anni dell’università, la persona che esercitò su di me la più grande influenza fu il “professor” Charlie Parker, uno dei massimi musicisti di tutti i tempi. Proprio in quegli anni le sue concezioni rivoluzionarie stavano influenzando ogni settore della musica.

Ogni giorno ascoltavo le sue composizioni uniche e creative e questa continua “ripetizione” mi immergeva sempre di più nella musica». Ispirato dall’esempio di quel grande maestro Wayne inizia a sua volta a comporre e l’energia creativa che scopre gli procura immensa gioia. Se si raccogliessero tutte le composizioni che hanno costellato il suo percorso di studio se ne potrebbe ricavare un’opera di vaste dimensioni.

Proprio in quel periodo, inoltre, hanno origine i nuclei di molte delle sue composizioni successive. L’handicap della figlia Decidendo di dedicare la vita alla musica, sin dall’inizio Wayne è baciato dalla fortuna. Nel 1959 viene ingaggiato dai Jazz Messengers di Art Blakey, uno dei gruppi più importanti sulla scena del jazz. Nel 1964 si unisce alla band di Miles Davis. Le tournée con Miles lo portano in giro per il mondo regalandogli una meritata fama internazionale.

Nel 1970 entra a far parte di quella che è forse la jazz band più nota al mondo, gli Weather Report. Il sassofonista Wayne Shorter è conosciuto in tutto il mondo. «Spesso i giovani fan del jazz mi chiedono come sia riuscito ad avere tanto successo. Non so rispondere a questa domanda, non ho fatto niente di speciale. Sono gli altri che mi hanno dischiuso queste meravigliose opportunità. Perciò a quei giovani potrei solo rispondere: “Sono nato con la camicia, sono nato sotto una buona stella”».

Fino ad allora, Wayne non ha mai pensato di poter incontrare in futuro difficoltà grandi come quelle che lo attendono. Nel 1967, a New York, quand’è all’apice della sua fama, conosce la sua futura consorte Ana Maria. Sin dal primo incontro pensa che vorrebbe trascorrere con lei tutta la vita. Ana Maria, una donna bella, giovane e intelligente, ha diciassette anni.

Nel 1970 si sposano e l’anno successivo nasce la loro figlia Iska. La bambina, purtroppo, soffre di un grave deficit cerebrale e, dal momento che il lavoro tiene Wayne lontano da casa per mesi, la cura di Iska ricade quasi del tutto sulle spalle di Ana Maria. È un peso spirituale sovrumano, e Wayne spesso crede che questo possa essere la causa della fine del suo matrimonio.

 
 
 
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