MARMOTTA

So che è passato un po' da quando sono tornata dalla Scozia con il mio squinternato gruppo di fanciulle e fanciulli, ma credo che sia opportuno tramandare ai posteri alcuni dei momenti più, come dire, significativi di quelle due settimane di lavoro.

Visita medica. Il medico, per scherzare, dice a una ragazza molto apprensiva che ha un po' di prostata. Scoppia la risata generale, ma C. interviene dicendo "guardate che la prostata è un organo che abbiamo TUTTI!" Un po' sconcertata e con molta titubanza, le chiedo DOVE di preciso lei avrebbe la prostata, e lei mi risponde decisa "Qui!"... indicando la sua testa.
Come darle torto?

Una delle cose più belle del visitare paesi diversi è provare le varie leccornie che le pasticcerie e le gastronomie propongono, un passatempo nel quale adoro indugiare!  G. invece aveva come passatempo spuntare all'improvviso ogni volta che compravo un trancio di torta di carote con crema al burro, o un gelato alla crema di lamponi, o un muffin con triplo cioccolato... Per educazione le chiedevo sempre se volesse assaggiare e lei non ha MAI rifiutato nemmeno una volta!  Ogni tanto mi viene il dubbio che l'abbia assoldata Mamma Marmotta per mangiare metà di ogni mio dolcino.

Che a 14 anni si abbia un'idea un po' vaga dell'utilizzo dell'acqua calda e del sapone è noto. Ma GC. batteva tutti. Noi accompagnatori cercavamo di aiutarlo:
A: GC. dimmi un po', da quant'è che non ti lavi?
GC: Ma no, non è tanto, l'ho fatto di recente.
A: Di recente quando?
GC: Mah, tipo lunedì...
A: Cos... ma oggi è giovedì!!!!
GC: Forse però è stato martedì, sai, non ricordo proprio bene...

Il furbastro poi ha avuto la geniale idea di dirmi che sono grassa.  Per tre sere non gli ho dato la merenda.

L. era un ragazzo molto calmo, pure troppo in certi frangenti, quindi io e i miei colleghi cercavamo di spronarlo a lanciarsi nelle attività di gruppo con uno spirito più vitale. La prima volta che si è lanciato è andato a sbattere sul soffitto della discoteca. Cinque punti sul cranio.
La seconda volta che si è lanciato gli è arrivata in testa una racchetta da tennis. Che lui stesso teneva in mano.
Non si è lanciato più.

Scrivere su un muro è di per sè un'azione stupida. Ma scrivere su un muro il proprio nome e cognome rappresenta la quintessenza dell'idiozia! La parte più difficile è stata punirli senza scoppiar loro a ridere in faccia.