È evidente ciò che dici ma non può esistere un metodo da regalare loro in allegato perché, soprattutto nei social sono troppe le ragioni per cui alcuni - moltissimi - individui si sentono letteralmente spinti a enfatizzare la potenzialmente propria 'virtù in pillole" nonostante, contemporaneamente, agiscano in piena incoerenza con i valori professati sia online, sia quasi certamente nella vita reale (dico quasi solo perché online possono più facilmente restare impuniti, fosse anche da un bel calcio sulle natiche alla prima palata di arroganza - et similia - propinata in tempo reale e questo è il deterrente per darsi una calmata fuori dal web). Poi, proprio come le luci della tv, quelle dei social si prestano ad un trucco pesantemente artificiale che li illude di poter essere più giovani, più belli, più affascinanti, più colti, più creativi e anche più zen di quanto siano o - addirittura mai siano stati - sotto la luce naturale. E, attenzione, perché non parlo di emulare se stessi (magari fosse così) ma di piantare semi sull'asfalto. Quella che si ottiene, purtroppo per tutti, è una rivalsa maldestra e goffa che non avendo supporti veritieri a sostenerla produce questi effetti grotteschi. Un conto è presentarsi con i capelli profumati di balsamo e l'aggiunta di mascara sulle ciglia ma con lo scheletro portante di "qualcosa" e un altro è non avere niente sotto il trucco, sotto il nik esotico, sotto le immagini rubate e i mantra dichiarati e neanche capiti.
Un conto è puntare all'infinito inseguendo l'immagine migliore di noi, al di là di tempo, spazio, limiti fisici e normali e comuni deficit (caratteriali, culturali, morali e chi più ne ha...). Come si dice, nessuno è perfettamente perfetto. Ma altro è voler diventare ciò che non si è. Un conto è "divinizzare la propria potenzialità" un conto è "rubare quella di altri déi" prima ancora di avere incontrato e riconosciuto la propria.
Le piattaforme creano un ambiente troppo goloso, un Paese dei balocchi invitante e facile in cui le persone sono motivate a presentarsi sotto quella luce che credono essere la più positiva e gradita (nemmeno quella che piace a loro ma quella che pensano possa piacere agli altri!) per cercare approvazione e accettazione (da se stessi, ma non lo sanno) salvo, poi, non avere idea di come mantenerla. Ed è ovvio che in questo modo qualsiasi ostentazione di virtù, bellezza, saggezza, cultura e umiltà siano fasulle come una banconota del Monopoli ed è così, ovviamente, anche per i sentimenti. Meglio sarebbe dimostrare e ascoltare più che dichiarare a bocca piena 24/24.
Un mantra aiuta come promemoria ed un abbraccio e un ti voglio bene sono una ciliegina sul dessert, vero, ma solo per chi ha anche substrato, il resto è noia, bruttezza, volgarità e miseria.
La cosa patetica è che si pensa anche che, essendo le dinamiche online impostate su relazioni superficiali o brevi conversazioni, sia molto più facile presentarsi come virtuosi, intelligenti e amichevoli in questi contesti piuttosto che in relazioni più profonde e durature. Ma se sei ciò che sei, part time, full time e pure in un solo frammento e fotogramma la scritta Monopoli si vede. |