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ÐEINAUTI

Solo in quanto gli uomini riescono ad offrire ebbrezza agli Dèi possono pretendere di attrarli sulla terra

 

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.- Water Word

Post n°2431 pubblicato il 09 Gennaio 2022 da misteropagano
 

 

 

Un santo o giù di lì padre della dottrina diceva che una linea non si può dividere longitudinalmente ma solo trasversalmente in tanti infiniti tratti, e con ciò osservava la differenza col cerchio che non può contenere nemmeno lui un altro cerchio dello stesso raggio. 

Non è così, il santo, è solo antico come il fuoco delle sue ragioni. Un mediamente e pertanto che però il corso della storia avrebbe raggiunto proseguendo la sua linea indivisibile in lunghezza e verticale; pur creando strade come lunghe linee divise in due e tratteggiate. 

Intanto nel cerchio interno al Gran cerchio, si restava in apnea, e si vedeva  arrivare e andare ogni volta sempre la marea.

Così le prime parole presero il sapore dell'acqua. E gli immortali sopportarono l'acqua nella gola, nelle narici. E negli occhi, ed è lì che divennero lacrime. 

Fino ad una nuova missione del Tempo.

Molto circolare e molto verticale

 

che scrosciava  e sferzava
e insinuandosi
tormentava

indispensabile

 

♥-  ⧸⎠ ⎝⧹M ⧸:⎠al 2022

 

Main Titles (From "Waterworld" Soundtrack) e dato che il tema si ripete due volte hai tempo di leggere due volte ...

Cover: Romanche Glacier, Chile. gentile concessione ph:SP


 
Rispondi al commento:
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 17/01/22 alle 20:05 via WEB
Ancora una cosa su quanto scritto da rteo in merito a Talete ed Eraclito. Abbiate pazienza ma se si tratta di filosofia la mia "ossigenopignolerialogica" viene pungolata ;-pp E’ vero, Talete viene identificato come il primo filosofo presocratico, nonché il capostipite nella ricerca dell’aition di tutte le cose, ad avere indicato l'acqua come arké, ma Esiodo ed Omero prima di lui già l’avevano evidenziata attraverso il mito ed anche nelle culture sumeriche, caldee, egiziane o nella stessa Genesi era già stata considerata come il principio primo. E si può ragionevolmente pensare che ciò che aveva spinto Talete (e tutte le altre cosmogonie precedenti) ad erigerla come arké fosse stata la constatazione della sua centralità in ogni possibile forma - ghiaccio, vapore, umidità etc. - e della sua presenza in ogni organismo o fonte di nutrimento; ma oltre a questo, ciò che l’ha resa potenzialmente l’elemento più indicato ad incarnare "il principio" sul quale si fonda il mondo fenomenico sono state le sue caratteristiche indeterminate. Il suo essere incolore, inodore ed insapore. Perché proprio la sua indeterminazione, infatti, paradossalmente l’autorizzava ad assumere ogni forma e a rappresentarle (qui cito misti: la forma nebulosa è forma in ogni caso, n'est-ce pas?). Per quanto riguarda Eraclito, invece, il discorso è diverso. Il fuoco è forse da intendere più come un simbolo di quel dinamismo insito nel divenire (che sempre cambia, mantenendosi, però, al contempo, identico a se stesso) che non come un elemento empirico effettivo. Ed è per questo, quindi, che è assimilabile al concetto stesso di Logos, quella legge universale alla cui necessità soggiacciono tutte le cose rovesciandosi nel loro opposto. Difatti, oltre ad essere considerato il filosofo del panta rei - tutto scorre, ogni cosa non può che essere soggetta ad un continuo divenire (l’impossibilità di bagnarsi due volte, e forse neppure una, nella stessa acqua di un fiume) - è il filosofo del concettuale. Il Logos è il vero Fuoco. Quello immutabile; ma capace di assumere mutevoli forme. Per questo Eraclito è un discorso a parte, difficilmente accomunabile con gli altri filosofi degli elementi, come Anassimene o Anassimandro, perché è colui che ha dichiarato che soltanto ponendo l'attenzione sul Logos è possibile comprendere i singoli enti, i singoli fatti, le singole parole e punti di vista (sempre ed inevitabilmente relativi, in quanto recanti, ognuno, il seme del proprio contrario).
 
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