Mi appresto a srotolare i papiri del Mar Morto, mist…ma mi sento implicitamente invitata e per questo assolta preventivamente ;-)
Quello che definiamo materia, come sappiamo tutti è un agglomerato di elettroni ed aggregati di quark stabili nel tempo; ma al di là degli elettroni, dei protoni e neutroni aggregati nel costituire atomi e molecole, c’è anche il buon vecchio Ermete Trismegisto da considerare e tutto questo, lo anticipo, non è affatto un ossimoro…
Per questo, rteo, devo dissentire da quanto hai scritto – vale a dire parlando di un dualismo espresso da tutti, da Anassimandro in poi – in realtà, molto prima di Jung abbiamo avuto risposte che si staccavano e andavano ben oltre il dualismo...
La teoria micro-macrocosmica è una costruzione teorica che unifica le leggi che governano il corpo umano e la sua psiche con quelle che governano il pianeta Terra, e queste due con quelle che governano l’intero universo, vale a dire il“Come in alto così in basso”e cioè quello che accade in ogni luogo, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande è soggetto alle stesse regole.
Già i primi filosofi greci consideravano l’universo come un immenso corpo unico dove i quattro elementi erano la struttura fondamentale tanto del corpo umano quanto dell’intero universo. Per questo, entrambi erano soggetti alle stesse regole. I Pitagorici, poi, postularono per primi la teoria atomica che definiva come tutto l’universo fosse costituito da unità fondamentali, gli atomi, struttura elementare tanto dei corpi viventi quanto della materia inanimata.
Il primo filosofo a parlare organicamente della teoria micro-macrocosmica, però, fu il nostro buon Platone nel Timeo. che ha rappresentato per molti secoli lo schema di fondo che filosofi e teologi hanno usato per spiegare la realtà.
Si apprende, quindi, che la struttura del corpo umano ricorda molto quella della Terra: anche dentro di noi scorrono le acque - i fluidi corporei - ed è presente l’aria nei polmoni, lo scheletro è rappresentativo della stessa terra, mentre il fuoco è rintracciabile nell’energia mentale. Ed è sempre Platone a descrivere l’universo come un enorme essere vivente dotato di un’ anima collettiva, l’Anima mundi.
La stessa teoria degli umori ha dominato per secoli la medicina occidentale: il corpo umano è visto come la Terra: resta in salute se i suoi elementi fondamentali sono in equilibrio armonico tra loro, mentre lo squilibrio di questi componenti porta alla malattia (pensiamo ad Ippocrate e alla suddivisione umana in differenti temperamenti, a loro volta riconducibili a specifiche patologie) ed anche in questi accostamenti è chiara la visione unitaria delle leggi che regolano l’infinitamente grande come l’infinitamente piccolo .
Va tutto bene, almeno fino al Medioevo, quando la teoria venne senza remore allontanata perché giudicata in profumo di eresia. Ma nel Rinascimento il principio del “come in alto, così in basso” ritornò a farsi valere con il Corpus hermeticum, di diretta ispirazione egizia, quella stessa opera che influenzò non poco la genialità di Giordano Bruno ma anche Pico della Mirandola e Marsilio Ficino. Nella visione ermetica del mondo,quindi, ogni cosa nell’universo è legata da complessi rapporti di interdipendenza e influenza reciproca. Grazie a questa nuova visione del sapere, si abbandonò quindi la“filosofia naturale” abbracciata dagli accademici (e decisamente dogmatici) dell’epoca e venne presa in considerazione la sperimentazione al posto di quell’insegnamento assolutistico impostato esclusivamente sulla tradizione. Molti maestri della rivoluzione scientifica s’ispirarono alle dottrine ermetiche nello sviluppare il nuovo metodo sperimentale. Senza la dottrina ermetica, quindi, non avremmo avuto neppure Leonardo, Galileo o Newton.
Sempre restando nell’ambito del Rinascimento, poi, il medico e alchimista Paracelso considerò la teoria di un microcosmo completo che contiene in sé tutto l’universo: “non vi è nulla in cielo né sulla Terra che non esista anche nell’uomo, ed il medesimo Dio, che è in cielo, esiste anche nell’uomo, e i due sono Uno.” Ma lo stesso Copernico, nel sostenere la teoria della centralità del sole, invocò proprio l’autorità di Ermete Trismegisto ed anche negli scritti di Keplero si trova un linguaggio dall’inequivocabile stampo magico-ermetico. E dal momento che è sulle macerie delle nostre idee passate che fondiamo quelle odierne, ogni conoscenza (e qui torniamo sulla questione del sapere da intere più come un divenire, un work in progress, più che un punto d’arrivo) nasce alla luce di scoperte passate e verrà modificata, arricchita, messa in discussione e, in parte, anche sostituita da altre. Dalla scoperta degli atomi in poi, quindi, l’ipotesi che la materia animata e quella inanimata, il corpo umano e gli astri celesti fossero costituiti dalle stesse strutture fondamentali, ha avuto un’innegabile quanto piuttosto clamorosa conferma. E certo non si può negare che, almeno nell’ambito dell’infinitamente piccolo, gli antichi filosofi hanno avuto ragione: tutto soggiace alle stesse leggi e le reazioni chimiche che avvengono nelle nostre cellule sono uguali a quelle che avvengono in qualsiasi parte dell’universo. Anche la teoria micro-macrocosmica, però, è stata inaspettatamente rivalutata da alcune recenti teorie della fisica. Sembrerebbe, quindi, che gli eventi che accadono in una parte lontana del cosmo possano tranquillamente influenzare il resto del sistema senza che alcuna energia venga, di fatto, trasmessa materialmente (prendiamo ad es.il teorema di Bell). Ma anche David Bohm, nella sua teoria olonomica della fisica quantistica, ipotizza che ogni parte dell’universo possa improntarsi alle strutture e ai processi del tutto. E, in definitiva, alla luce di questo si può serenamente dire che forse aveva avuto effettivamente ragione Paracelso nel sostenere (in epoca rinascimentale!) che ogni parte contiene il tutto.
Dunque, come diceva Einstein? “Nel campo di coloro che cercano la verità non esiste autorità e chiunque tenti di fare il magistrato viene travolto dalle risate degli dei”. |