ÐEINAUTI

.- con un meme sarebbe più semplice

[Tu pensi troppo]: e meno meme! ...e meno male. 

Un meme è riduttivo, sai di quegli spottini che tutti condividono e creano perché sembrano contenere le risposte a tutto e danno un'immagine di chi li usa di sapere i fatti suoi, che nella vita ha capito come non soccombere, come sorridere, come risolvere. Atti pratici che contemplano la riduzione di ogni stress d'autore col presupposto di una elegante(!) sintesi. Un meme può divertire all'istante, ma è più facile sorridere di come tenta di semplificare emozioni e vissuto, spesso per voce di autorevoli personaggi - il meme con Einstein, con Ada Merini o Animali e via discorrendo -  trasformando tutto in un infinito stereotipo che disciplina il pensiero, lo sgrassa, lo edulcolora, lo rende uguale per tutti, nel bene e nel male. Una specie di dottrina di massa per imbarbarire, ridendo. Smettere di pensare e affondare nei lustrini o nelle citazioni è quel sublimare vai al diavolo dialettale con il ghigno di una riproduzione garantita, universale, rassicurante. 

E il meme va. Con il sorriso di uno scimpanzè, le alucce di una fata, il provolone parlante. C'è da dire che il meme è uno svago, ma tirarlo in ballo in ogni occasione è come presentare una pentola a pressione con la valvola rotta. Mentri leggi hai la sensazione che ti scoppia davanti. Tanto perché la prossima rivoluzione sarà certamente tutti contro tutti, così che già cercano di affondarne concettualmente il più possibile, anche solo semplici passanti coi loro ridicoli meme

mIS