Creato da misteropagano il 20/09/2012

ÐEINAUTI

Solo in quanto gli uomini riescono ad offrire ebbrezza agli Dèi possono pretendere di attrarli sulla terra

 

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.-La punta alle matite come perle fuori dalla conchiglia

Post n°2386 pubblicato il 29 Dicembre 2020 da misteropagano
 

[prefazione (sopraffina): mi sono decisa a pubblicare questo racconto breve del  20/12/2020 dopo la scoperta di Bouvard e Pécuchet, più il primo, metaforicamente giunto qui per induzione ectoplasmostica, meglio perché  "La visionarietà è una componente creativa anche nel/del metodo".]

A Rose

che non sia l'ultima illusione flaubertiana, M^

LA PUNTA ALLE MATITE COME PERLE FUORI DALLA CONCHIGLIA

Non sai bene se la collezione di ghise superasse quella della grafite, in quel limbo tra i luoghi in cui uno dei Becker operava e insegnava, se fosse sempre lo stesso stornello della memoria di ricontare i pezzi, o un'evasione che lo predisponeva per metodo ad entrare in altre dimensioni. Il professore collezionava làpis a cui faceva la punta, accudiva le matite ogni volta che si accingeva a stilare un documento pensando che all'accorrenza un disegno sarebbe servito. Uno schizzo che avrebbe confutato in maniera pressoché inequivocabile il suo esser restio a far parte della congrega a cui lo avevano invitato per decidere, col suo appoggio, la famiglia tra le famiglie, quella che avrebbe dovuto governare la regione in cui un suo avo occupato nella metallurgia aveva iniziato a fondere ferraccio per i tombini e produrre anche grafite, la verghetta col carbonio di risulta rivestito di legno diffondendo l'uso delle matite nella popolazione. Quella sera nel suo studio rivestito di tomi, tra i pezzi industriali in ghisa, tra cui bellamente il trofeo del primo tombino della Arnold Aroon Becker, Aroon realizzava nuovamente il rito della punta. Enumerando i pezzi, affondava nella memoria. L'avrebbe voluta spazzare via, specie quando il pensiero si soffermava sulla segretaria della AAB, efficiente e sempre al suo posto nello sbrogliare pratiche e dirimere appuntamenti, oltre le lenti da cui di sottecchi osservava tutto, nel piglio del ruolo, nascondeva il più laido dei pensieri. Tra i luoghi in cui Aroon si nascondeva, come perle fuori dalla conchiglia affidate alle correnti marine, vi erano i dedali di una città sotterranea. Lì incontrava "La parigina", "Dora" e "Vocabolo Trasferibile"..., i personaggi dei suoi romanzi. La passione della scrittura era nata dopo che aveva iniziato ad insegnare chimica alla Scuola germanica senza mai lasciare la conduzione della Becker. Anche la signorina Linde era "trasferibile". Era al suo posto su suggerimento del fratello Arnold che così pensava di controllare meglio i suoi interessi, essendo in corsa elettorale per il Municipio, sapendo che il fratello non avrebbe mai sostenuto la sua candidatura come esponente di prestigo della città, non poteva accettare il mancato consenso della famiglia ed era più propenso a sollevare uno scandalo per ripudiare il socio familiare che affrontare le elezioni così diviso a metà. La AAB era un solo grande apparato, avrebbe dovuto guidarla solo lui, fratello maggiore e più vicino alla missione degli altoforni. Forgiare indivisi come recitava lo slogan aziendale, così cercava con l'aiuto di Linde, di cogliere in flagrante Aroon su una mala condotta ovviamente istigata dalla segretaria stessa. Dopo aver  fatto la punta all'ultima matita si accorse che ne mancava una, quella color verde e ricordò di non aver visto la signorina Linde al solito orario per le firme sul giornale delle attività da quando nel primo pomeriggio con un tailleur verde gli aveva introdotto l'appuntamento delle 15:00 con il suo medico. Le aveva fatto intendere più volte che era a conoscenza della sua missione, ma questa liquidava affettuosamente la questione specie davanti al dottor Aswin Meyer ammiccandolo come un bravissimo ideatore di gialli, dotato di molta fantasia. Quando ritrovarono Linde il giorno dopo nella saletta del caffè col suo abitino verde affatto scomposta ma stesa a terra e decisamente cadavere con un foro sul rever all'altezza del cuore del calibro di una matita i due fratelli guardandosi per un solo istante dritti negli occhi conclusero di essere nella stessa sventura ed erano pronti ad accusarsi l'un con l'altro.  

 
 
 
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