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ÐEINAUTI

Solo in quanto gli uomini riescono ad offrire ebbrezza agli Dèi possono pretendere di attrarli sulla terra

 

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Il diversivo dello sfidante. Fumetto a Paris VII

Post n°2161 pubblicato il 14 Novembre 2018 da misteropagano
 

 

L'eroe in cerca di alleati. Già. Idealmente ogni confronto può essere fatto solo con lealtà; cioè se vuoi convalidare le tue convinzioni permetti un confronto onesto, con le regole di una sfida cavalleresca, persino sulle ipotesi (tu si che sei un eroe umanista).

Alcuni "sceneggiatori" insistono però nell'eroe sfidante (maschile putacaso) che grazia la sfidata conoscente senza un tu per tu diretto, dopo essersi rivolto al pubblico per chiedere la sua testa. Un "imperatore" folle e perverso di potere sull'arena? (quasi ci siamo).

Immaginate pure che qualche giorno prima ci avete diviso un antipastino speciale e un buon bicchiere di vino (fortuna non altro del menu...) e conversando avete trovato affinità intellettuali...

  «Devo ancora capire che male è, quale complesso, ma non mi interessa più l'anamnesi del soggetto che tenta il rifugio nell'arte oratoria, sicuro... con l'addestramento e la pratica ad evitare certi esemplari, rispondo  puntuale, dandomi scomparsa, alla macchia. Senza Traccia. Qui e là. Anche perchè se dovessi reagire a tanta insolente saccenza, spingerei l'avversario giù da un dirupo metaforico, fuori dal treno in corsa in questo caso. Troppe parole, meglio i fatti. E buon per lui (o una lei) se vado di fretta ad un appuntamento».

Il vagone era affollato, mollai il ragionamento in apnea piena,  e già -, presi fiato e iniziai a muovermi  verso le porte.

Il diversivo di anticipare l'uscita dal metrò avrebbe fatto perdere le mie tracce agli inseguitori, che intercettato l'appuntamento ai Deux Magots mi aspettavano alla sortie; quella sul vagone l'avevo distratta spintonando un passeggero in prossimità dell'arresto del vagone e dell'apertura automatica delle porte, gridando:

«Al ladro al ladro» ..con gli occhi artatamente sbarrati avevo indicato il bracco truccato che passo passo mi aveva seguito nascosta dietro un portacipria con specchietto a sistemarsi l'eye liner con i  polpastrelli;  tradita dallo specchio passeggeri alle sue spalle, che rifletteva le sue labbra interattive con un piccolo microfono incastonato nell'astuccio. Mi seguiva da Chatelet, dove avevo  cambiato nuovamente linea, per restare più a lungo sotterranea.


«AU VOLEUR AU VOLEUR! »

Puntando col dito una carta fucsia appallottolata in terra «Portefeuille! Portefeuille, Là bas !

Era il messaggio che F. mi aveva lasciato sulla carta colorata dei post it del portiere del J.du Marais,  gettato con le uniche istruzioni ricevute sino a quel momento, e non ancora quelle da Roma: l'empereur n'est pas disponible attendre l'impératrice

Al reading aveva fatto tesoro dei Racconti dell'Imperatore la parigina. Sarebbe sembrata una didascalia senza senso, che la segugia con il trucco pesante non avrebbe avuto neanche  modo di leggere. Un paio di giovanotti richiamati dall'allarme l'avevano infatti circondata e strattonata per le maniche del soprabito dandole della sporca ladra,  mentre il resto dei viaggiatori in coda per uscire, si erano frapposti tra me e lei.

Un passeggero scrupoloso intanto aveva raccolto la pallottola di carta lanciandola nel cestino gettacarte della banchina, al di là degli scorrevoli. Facendo centro. Olè.

Odéon! Aria




 

 
 
 
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