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Descrivere i luoghi e poi visitarli per vedere se è vero

Post n°990 pubblicato il 15 Agosto 2015 da LaDonnaCamel
 

Qualche anno fa mi sono trovata a scrivere una storia che si era svolta in un luogo e un tempo che non avevo abitato. Tutti i migliori maestri della scrittura, o almeno tutti quelli che hanno contato qualcosa per me, avevano sempre raccomandato che occorre documentarsi su ogni particolare, se possibile vedere con i propri occhi, sperimentare, vivere di persona e, se proprio non si può, leggere e studiare chi l'ha fatto, andare in biblioteca. Una volta si faceva così, si andava in biblioteca, adesso invece è un po' più comodo ma il lavoro rimane importante.
Certe volte le storie che scriviamo ci portano lontano, le storie ci portano dove vogliono loro e non ci resta che tentare di stare al passo.

Poi c'è la vita vera che ti fa gli scherzi e ti porta lì, proprio in quei luoghi che avevi già visitato con la fantasia e non è una sorpresa poi così grande scoprire che sono proprio come li avevi immaginati, perché avevi guardato le mappe e le foto su google, avevi letto dei libri e avevi visto i film, e certi posti rimangono sempre uguali o cambiano poco con gli anni. Così se uno ti chiede se è autobiografia in un certo senso può diventare vero, puoi descrivere i luoghi e poi visitarli per vedere se erano così.

Omegna

Avevano affittato una palazzina vicino a Omegna e pagavano le camere in una pensione per i dipendenti. Amilcare lo fece sapere a Rina tramite un conoscente che ogni domenica andava in bicicletta da Milano a Ghiffa a trovare la morosa.

 

paese

Nelle due stanze ammobiliate che avevano preso in affitto non c’era il telefono, ce n’era uno nel bar in piazza e verso sera era tutto un andare e venire di donne a rispondere ai mariti e poi le novità venivano riportate di bocca in bocca, si sapeva tutto di tutti.

omegna

Amilcare non fece una piega quando lo vide appoggiato a un palo, proprio di fronte all’ingresso degli uffici sfollati. Lo portò con sé in trattoria e gli versò anche mezzo bicchiere di rosso.

 

croce bianca

Rimasero nella stanza della pensione Croce Bianca senza parlare o quasi fino al momento di rientrare a lavorare.  Gli disse di riferire alla mamma che stava bene e che sarebbe venuto a Ghiffa alla fine del mese, in corriera o in qualche modo.  Gli diede quindici lire di mancia, gli mise una mano sulla testa e gli disse di stare attento.

Il pezzo intero è ancora qui

 
 
 
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