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L'occhio del branzino deve essere bianco

Post n°898 pubblicato il 07 Aprile 2014 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Non sempre i pesci vengono pescati: a volte si possono anche prendere al mercato senza disonore, l’importante è saperli cucinare. Da Giorgio ho imparato anche questo, è proprio un grande e mi ha fatto passare la paura di comprare il pesce: quello pescato lo sai tu che è fresco, ma quello sul banco? Giorgio fa sempre tutto con leggerezza, un sorriso e mezzo bicchiere di bianco ghiacciato, qualsiasi cosa sembra un gioco, non l’ho mai visto perdere la pazienza, soprattutto in vacanza, va detto.
Avevamo comprato una griglia portatile, il barbecue era una vera passione per lui e bisognava inaugurarla, avevamo piazzato uno straccio bagnato a proteggere la poppa della barca a noleggio e tutti quanti aspettavamo affamati la cottura di quei due magnifici branzini che aveva scelto la mattina stessa al mercato di Lavandou.
Il cielo stingeva di rosso, la luce andava calando ma non era ancora sera. Il profumo di elicriso arrivava da terra e si mischiava al rosmarino che aveva usato come pennello per ungere le due bestiole, la brezza tiepida accarezzava i nostri capelli umidi di doccia e il vermentino gelato aveva già accarezzato le nostre gole riarse: si stava in paradiso attendendo la cena.
Ecco il segnale: è pronto, è pronto! tutti in pozzetto intorno al tavolo! Roberto accorreva col piatto di carta per posarci la portata. Ma il piatto era molle, sciagurato si piegava, si inarcava e il branzino si perdeva.
Spetta che ti faccio il replay al rallentatore: sei adulti e due bambine guardano con trepida fiducia la paletta che porta con sé il branzino numero uno e lo deposita nel piatto di carta, Giorgio infila la paletta sotto il pesce numero due, con una semi rotazione del busto il suo braccio destro preciso e sincronizzato in associazione bionica con la paletta lo va a posare insieme a quell’altro sul piatto che Roberto gli porge, il piatto si piega sotto il peso considerevole delle due bestie, si forma uno scivolo, il pesce cotto a puntino deraglia, come un toboga senza pilota slitta dal piatto, schiva il parapetto, dribbla il bordo della barca, si avvicina all’acqua, si immerge e si inabissa.
Silenzio attonito.
Anche le bambine smettono di cicalecciare. Anche i gabbiani smettono di berciare. Anche la risacca smette di risaccare. E’ così che io mi immagino l’attimo prima della fine del mondo: il rimbombo di un silenzio pieno di stupore. Ho avuto modo, in quel lungo momento, di guardare negli occhi di Giorgio e mi ci sono smarrita: erano grandissimi e colmi di incredula meraviglia.
Nessuno osava emettere un fiato. E intanto il branzino andava lentamente giù.
A un tratto il fermo immagine si rianima, tutti si mettono a parlare insieme, tutti si muovono, chi si sporge a guardare giù, chi va a cercare il mezzo marinaio per tentare di agganciare l'evaso, chi saltella battendo le mani: il pesce è scappato! il pesce è scappato!
Niente: polvere alla polvere, mare al mare, la nostra reazione era stata troppo flemmatica e lui aveva preso il largo.
A un osservatore esterno il pasto che aveva seguito tanto concitato aperitivo avrebbe potuto apparire fin troppo calmo e silenzioso, ciascuno guardava nel proprio piatto la magra porzione di pesce, le poche parole sussurrate, passami il sale, lasciavano un’eco muta, come un senso di minaccia. E poi nel solito dopocena in pozzetto la conversazione sobria e misurata non aveva toccato nulla che potesse attenere gli argomenti ittici, i tuffi, il nuoto, il cibo: si è parlato di tennis o si è taciuto con pudore.
Non per la cena andata in bianco ma per lui, mi puoi capire?

Questo racconto partecipa all'EDS La balena non è un pesce insieme a:

  1. Album di famiglia in un interno – bianco come il bagno nel mese dei lucci
  2. Lamento di una giovane morta
  3. Il soffio della vita
  4. Austinu
  5. Caramelle
  6. Una mano di bianco
  7. Chi s’è mai sognato di mangiare una rondine?
  8. L'agosto del pesce volante e del pettirosso timido
  9. Missisippi
  10. La lista
  11. Diffidenza
  12. L'incanutito e la salata immensità

 

L'eds di aprile si riassume così:

scrivi una storia triste
mettici un pesce
mettici il bianco
stai dentro due cartelle (3600 caratteri, puoi contarli qui)
scrivi sul tuo blog e metti un link a tutti gli altri

 
 
 
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