Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

 

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Vedo rosso

Post n°861 pubblicato il 10 Gennaio 2014 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Stavo mostrando a mia figlia una foto fatta ieri sera col telefonino, una casa bellissima di un mio giovane amico che sta nel complesso residenziale dell'Arcimboldi, un terrazzo all'undicesimo piano con un panorama di luminarie che sembrava il luna park dell'idroscalo e invece era la torre unicredit che se la giocava a lampadine rosse con l'eliporto pensile del nuovo palazzo della regione, quando ho sentito strillare fuori dalla porta di casa, nel pianerottolo o giù per le scale.
Chi è? Cos'è?
Vado a vedere e seduta per terra vicino all'ascensore aperto c'è la signora Giuliana (il nome è di fantasia ma la signora è vera) che piange e si lamenta. Mi era parso di sentirle dire il gatto il gatto - lo so, mi sento sempre tirata in mezzo perché nel mio condominio ci sono alcuni che odiano i miei gatti oppure odiano me e me la fanno pagare attraverso i gatti, ma non mi sembrava il caso della signora Giuliana -  invece poi mia figlia mi ha chiarito che diceva vigliacco vigliacco, e lo diceva a quel disgraziato che le aveva rubato la borsetta nell'androne di casa, fingendo di chiederle un'informazione e spingendola contro l'ascensore aperto per tenerla ferma mentre gliela tirava via dal braccio.
Le urla amplificate dalla tromba delle scale hanno fatto venir fuori tutti gli inquilini presenti almeno fino al terzo piano, le inquiline più che altro, a metà mattina di uomini nel palazzo non ce ne sono, si sono radunate nell'androne e nessuno sapeva cosa fare. La signora Giuliana, che nel frattempo era stata aiutata ad alzarsi in piedi ma che poi si era di nuovo accasciata, stavolta sui gradini, si faceva aria con la mano e faceva l'inventario, col pianto nella voce, delle cose che aveva in borsetta, una borsetta nuova peraltro: gli occhiali, nuovi anche loro, il telefonino, i documenti ma in fotocopia, meno male, e cinquanta o sessanta euro nel portafoglio. E mentre lo dice, e le viene da piangere, mi viene anche a me da piangere, per questa violenza subita dentro il portone di casa, adesso avrò paura tutte le volte, dice. E a me invece viene una rabbia, altro che paura, vedo rosso e divento una furia, mi viene un nervoso e anche da piangere, ma soprattutto rabbia violenta, voglia di sfogarmi a calci nelle palle di quel vigliacco che se la prende con le vecchiette.
Ho chiamato subito la polizia, avevo ancora il telefonino in mano, dopo aver raccontato sommariamente l'ho passata a lei, che ha ridetto tutto quello che aveva già detto a noi, un giovanotto, una giacca scura, ne alto ne basso.
La signora Giuliana non è una vecchietta, nel senso che non è piccola, non è nemmeno storta o gobba, però i suoi anni li deve avere, un bel tot più di me che già non sono una giovincella. E' comunque un anello debole della società, una persona che ha lavorato una vita e adesso è rimasta sola, vive sola come molte altre signore nel mio palazzo, come sarò io tra non molto, mi sto preparando.
Calci con gli scarponi chiodati, dico a mia figlia.
Eh, ma guarda che se non sei allenato a combattere non ce l'hai l'istinto di reazione
, mi dice lei. Al massimo resisti alla spinta o spingi a tua volta, ma più facilmente ti irrigidisci, metti davanti un braccio, ti chiudi in difesa.
Questo è quello che ci si può aspettare da una persona pacifica che ha vissuto tutta la sua vita dentro le regole. Io penso a quella volta che proprio davanti al portone di casa ho salvato la catenina con una gomitata, e poi sono entrata di botto e gli ho chiuso la porta in faccia. Altri tempi, altra casa e altri gomiti: non avevo ancora trentanni. Penso anche a come ci sono rimasta come un'allocca l'anno scorso quando invece me l'ha strappata via, la catena d'oro, quella grossa, in mezzo alla strada. L'ho guardato correre come una lepre nella notte, massaggiandomi il collo, nemmeno le dovute parolacce sono riuscita a dirgli subito. Le ho dette sì, ma dopo, quando ormai era lontano.
Ha ragione mia figlia, l'istinto di reazione si impara, non è naturale. Bisogna che mi iscriva a qualche corso di combattimento perché, Dio o chi per lui mi perdoni, la prossima volta gliele voglio strappare via e farci sacchettini per il tabacco. Da regalare agli amici, visto che ormai non fumo più.

 

Questo non è il racconto per l'eds sul peccato e sul rosso, è una cosa vera che mi è successa stamattina e mi sembra anche meschino e brutto farne un racconto e però ho bisogno in qualche modo di dirlo, ho bisogno di buttarlo fuori e allontanarlo da me.

Prometto che il racconto vero lo scriverò lo stesso, c'è tempo fino al 21.

Gli altri, intanto:

- Melusina con Gloria mundi
- Dario con Lisa Borletti
- Dario con Turi Pappalardo
- Dario con Lucevan li occhi suoi più che la stella
- Gordon Comstock con Il peccato più grande
- Fulvia con Biancaneve
- Melusina con Red Velvet
- Hombre con Present continuous
- Angela con Pensiero stupendo - trilogia
- Gabriele con Cave cave deus videt

 
 
 
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