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Il nucleare ha fallito e non serve all'Italia

Post n°1135 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da kudablog
 

risposta all'articolo apparso sulla Gazzetta della Martesana dal titolo: stop al petrolio, sì al nucleare.

no al nucleareIl nucleare in Italia non ha futuro. Questa non è la teoria di un folle ecologista, ma di eminenti studiosi e professori universitari, Carlo Rubbia su tutti. I problemi sono noti ai più: l'uranio è una risorsa scarsa, ai ritmi attuali sarà esaurito nel giro di 20 anni, giusto il tempo per l'Italia di costruire un paio di centrali. L'uranio è una risorsa presente in pochi, 4 o 5, paesi nel mondo, rendendo così molto ricattabili i paesi che lo usano a meno di voler mantenere all'infinito i conflitti in Niger e Congo. Le centrali hanno bisogno di eneormi risorse idriche e l'Italia non ha praticamente fiuni adeguati, si tratterebbe di costruire centrali sulle coste o sul Po, zone, demograficamente o ambientalemente non adeguate. Che nessuno voglia le centrali è stato chiarito anche durante la recente campagna elettorale sarda quando il centrodestra ha chiarito che mai avrebbe permesso la costruzione di una centrale sull'isola. I costi del nucleare, se si conta costruzione della centrale, rischio di danni e smaltimento delle scorie sono immensamente superiori a qualsiasi altra forma di produzione elettrica. Il problema più grande, volendo anche ipotizzare di poter costruire una centrale immune di incidenti (mediamente, nel mondo, si verificano una decina di perdite all'anno) rimangono le scorie che sono radiattive per migliaia di anni e allo stato attuale sono intrattabili. Forse quando tra una ventina d'anni saranno pronti e funzionanti i reattori di IV generazione in grado di bruciare le scorie, allora se ne potrà riduscetere, ma oggi il nucleare è un'eredità troppo grossa che si lascia alle generazioni future.

fonti rinnovabiliQuali allora le alternative: prima di tutto il risparmio. Ad oggi un terzo dei consumi elettrici sono eliminabili solo con una sana politica di riduzione dei consumi, vuol dire poter fare a meno di 10 centrali nucleari da subito. Secondo le energie rinnovabili, nell'articolo si dice che ci vorrebbero 40/50 anni per la riconversione, tutto dipende dalla volontà politica. Non credo, la Spagna, in meno di 5 anni ha saputo portare l'apporto energetico dell'eolico da 0 al 20%. Se le sfide "del mercato" sono l'ambiente e l'energia, per l'Italia occorre un grande riforma di struttura e di orizzonte: aumentare la spesa nella conoscenza e formazione universitaria e dei centri pubblici di ricerca. Inoltre bisogna passare dal sistema di monopolio a quello di produzione diffusa, basato su piccoli impinati sul territorio e su grossi impianti off-shore. In questo Cernusco potrebbe dare l'esempio dotando la Vecchia Filanda di un impianto fotovoltaico. Non va in questa direzione l'azione del Governo che nel decreto milleproroghe ha fatto slittare di un altro anno l'obbligo per ogni nuovo edificio di avere fonti di energia rinnovabili, si continua a dire che siamo in ritardo e poi si fa di tutto per ritarda l'inevitabile: l'abbandono del petrolio a favore del rinnovabile!

 
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Commenti al Post:
rigitans
rigitans il 17/02/09 alle 10:09 via WEB
faccio presente che:
-rubbia non sarebbe contrario al nucleare, ma analizza che è controproducente
-non saremmo indipendenti energicamente perchè dovremo comprare l'uranio che aumenterà di prezzo
-ci sarà per pochi decenni, e se ricominciamo la corsa al nucleare ci sarà per ancora meno tempo
-i profitti andranno ai privati, i costi a noi collettività, mentre con le rinnovabili possiamo produrla noi stessi l energia avendo sconti o addirittura guadagnando
-per fare una centrale(che nons erve a molto) ci vorranno almeno 15 anni(ma anche di piu')...fino a quel momento come faremo? facendo il fotovoltaico progressivamente nel tempo aumenteremo l'energia, senza spettare 15 anni.

concludo dicendo che la prima cosa da fare è ridurre il consumo e lo spreco di energia, ristrutturando le infrastrutture energetiche esistenti, avendo piu' sobrietà nel consumo di energia, ristrutturando le costruzione che disperdono energia e calore(isolamenti etc), questa è la prima fonte di energia: il risparmio.
(Rispondi)
 
rigitans
rigitans il 17/02/09 alle 11:47 via WEB
in quanto a chavez ti dono un link io:

dal manifesto

anche questo interessante in merito.
(Rispondi)
 
 
rigitans
rigitans il 17/02/09 alle 21:51 via WEB (Rispondi)
 
rigitans
rigitans il 17/02/09 alle 11:52 via WEB
c'è anche questo, interessante perchè accenna a mussolini, e qui ci sarebbe tutto un discorso socio-politico da affrontare, di elevato spessore in merito a chavez. anche se semplicemente è una caratteristica sudamericana il leaderismo, il potere in mano al carisma di un sol uomo.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
GIOVANN il 17/02/09 alle 12:59 via WEB
si può discutere benissimo del caudillismo di Chavez, ma l'ultimo che si può permettere di farlo, spacciandosi da uomo di sinistra, il signor Petkoff, ministro che si distinse per aver privatizzato l'acciaio venezuelano e aver implementato le politiche liberiste del FMI. Se Chavez vinse le sue prime elezioni del '99, fu soprattutto grazie alla devastazione economica provocata da "sinistri" come Petkoff... quanto al paragone con Mussolini, Petkoff dimostra tutta la sua ignoranza. Finchè ci furono elezioni democratiche, Mussolini non lo votava nessuno, nel '24 per vincere ha dovuto organizzare violenze squadristiche su grande scala, come puntualmente denunciò Matteotti...
(Rispondi)
 
 
rigitans
rigitans il 17/02/09 alle 13:15 via WEB
su mussolini la penso allo stesso modo, non è paragonabile, il petkoff ci ha provato, e alcuni gli daranno retta. sia chiaro, per me è meglio l era chavez che quella precedente, però mi pongo sempre e comunque dei dubbi. fatto sta che laicamente ho messo sia un articolo pro(manifesto) che uno contro.
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