Kehre

Il mio nome è Ascher Lev


                                  
Bellissimo romanzo. Ascher Lev è un ragazzino ebreo di New York. I suoi genitori sono chassidim. Il Chassidismo è una corrente dell’ebraismo fortemente conservatrice e intransigente verso certi aspetti della modernità e verso l’arte occidentale. Ascher Lev nasce con due doti particolari e speculari: una grande sensibilità attraverso la quale filtra il mondo e la pittura.Disegna in continuazione ciò che lo circonda, mostrando una personalità delicata e profonda. Il rapporto con i suoi genitori non può essere ovviamente sereno: gli ebrei, e soprattutto i chassidim, vietano la rappresentazione di immagini e tanto meno considerano l’arte come qualcosa di positivo, anzi qualcosa che appartiene al male.Il bambino è combattuto fra la sua grande passione verso la pittura e l’amore verso i suoi genitori che sono in prima linea a difendere e a proteggere gli ebrei nel mondo che hanno sofferto da secoli persecuzioni e tragedie come la shoah. Nel romanzo è descritto benissimo il rapporto delicato e allo stesso tempo contrastante fra Ascher e il padre, uomo severo, impegnato e intransigente.Alla fine gli permettono di frequentare delle lezioni di pittura da un grande pittore e da quest’ultimo dovrà apprendere e conoscere il linguaggio dell’arte nella storia. Ma l’arte ha rappresentato i più grandi valori umani e storici attraverso temi religiosi cristiani: l’annunciazione, la natività, la crocefissione, e quindi ancora una volta Ascher Lev dovrà fare qualcosa di proibito per la sua religione e per la sua comunità , ma soprattutto ancora una volta avrà la disapprovazione da parte di suo padre. Dimostrerà che l’arte è un linguaggio universale che va al di là della religione, ma rappresenta l’uomo in tutti i suoi aspetti universali, esistenziali, storici ed umani. Ascher crescerà e diventerà un grande pittore.