JAMBOREE

S'io fossi un re

Se domattina alzandomi mi ritrovassi improvvisamente Re, se avessi la possibilità di fare e disfare, chiudendo la democrazia in un cassetto e dimenticando concetti come dialogo, scambio e libera discussione, adotterei subito una serie di provvedimenti.

Permetterei a chiunque di entrare in politica, ma solo dopo aver prestato servizio come manovale edile per almeno 3 anni, tanto per esser sicura che abbiano una vaga idea di cosa voglia dire lavorare. Aumenterei l’Iva, ma solo per i politici, con un’aliquota non inferiore al 100%.

Parametrerei il costo dei generi di prima necessità al reddito delle persone. Stessa cosa con le multe: nel caso di auto intestate alla ditta, il valore dovrebbe essere proporzionato al fatturato annuo dell’azienda. Deporterei in Emilia chiunque superi i 180 km orari: lassù sui tetti con 180 gradi, a ricostruire dopo il terremoto, capirebbero cosa vuol veramente dire avere fretta.

Farei smolecolarizzare istantaneamente tutti i veicoli parcheggiati in modo irregolare, facendo riapparire il proprietario nel bel mezzo del deserto del Mali da dove potesse tornare solo a piedi.

Costringerei i pubblicitari a trovare sistemi “intriganti e accattivanti” per smaltire tutti i milioni di chili di packaging inutili che hanno contribuito a creare e diffondere, e mentre scovano qualche idea geniale potrebbero tranquillamente servirsi di carriole per portare lo schifo nelle discariche, facendosi eventualmente aiutare da quelli che ancora incentivano e commercializzano l’uso della bottiglia di plastica monouso.

Azzererei il debito del terzo mondo, e lo girerei invece ai cosiddetti imprenditori furbetti, così almeno l’aiuto di banche e finanziarie compiacenti verrebbe utilizzato per qualcosa di utile.

Proibirei di esultare per i goals della Nazionale a chi non è in regola con le tasse. Anzi, non gli farei nemmeno vedere le partite, perché se non dai il tuo contributo non puoi dire di far parte di qualcosa.

Taglierei le spese sanitarie partendo dagli stipendi di medici e dirigenti anziché dai posti letto e dal numero di siringhe in dotazione.

Riformerei la pubblica istruzione. Eliminerei tutti quegli insegnanti che considerano il loro impiego il più faticoso e più sfruttato del mondo; hanno ragione, per questo li manderei a ritrovare la giusta motivazione professionale in miniera.

Darei alloggio e libri gratis a chi studia, perché lo studio è un diritto, ma non farei mancare una carriola e una vanga a chi va fuori corso, perché non fare i cazzoni è un dovere.

Darei il via a una serie di grandi opere come la ristrutturazione degli edifici scolastici, delle strade e degli ospedali. E farei funzionare i treni. Eliminerei le parole Tav e Ponte sullo Stretto, che di grande hanno solo il costo.

Abolirei le province, ma anche sulle Regioni ci farei un pensiero.

Eliminerei la distinzione tra sessi, mi viene più naturale quella tra persone per bene e teste di ciumbia. Permetterei a chiunque di sposarsi, fossero anche cavalli e cani, ed eliminerei i costi legali del divorzio: tanto c’è già la vita che ci presenta il conto.

E poi… poi non lo so, ho bisogno di un caffè. E devo anche far la lavatrice. Ma se mai un giorno svegliandomi mi ritrovassi re, penso che dichiarerei illegale l’uso del ferro da stiro. Tiè.