JAMBOREE

Di sogni e bisogni


 “Sai, appena posso scappo e vado in barca. Certo, è solo un guscio, ma vuoi mettere il vento nei capelli ed il profumo di salmastro…?” Il sorriso da brigante, un ciuffo sbarazzino. Peccato per l’ortodonzia anni ’50, ma vabbè. “I miei coetanei scelgono la moto, io ho scelto la barca. Vento, libertà, zero vincoli. Ci passerò la mia vecchiaia, in giro per il mondo.” Lui non mi ha riconosciuta, ma io sì. Ci siamo incontrati 1000 anni fa; certo, in un’altra era ed in un’altra vita. Lui più grande di me, con il motorino a petardi a fare le impennate. Io, similbambina, negli anni in cui il figo della scuola ti chiede di passargli matematica e tu pensi che sia innamorato di te. Diverse le scuole ed opposte le vite, ma nei piccoli paesi non ti perdi mai veramente di vista. Ecco perché so che la barca di cui parla non può essere la sua. O che l’unico progetto che può fare sui suoi ultimi anni è di vincere alla lotteria. Di sicuro sarebbe il più concreto. “Prendi il largo e vai – continua – C’è il mare e ci sei tu.” Soprattutto non c’è tua moglie, penso. E mi chiedo se sia davvero la terraferma l’unico vincolo da cui vorrebbe togliere gli ormeggi. Ma so che non è tipo da fare il fenomeno in giro, non lo è mai stato. Forse anni di matrimonio in cui l’unico dialogo possibile è stato “ricordati di portar giù l’umido” gli hanno ammazzato la poesia, ma non è qualcuno con cui fare le capriole che sta cercando. Ecco come ci si sente a non essere quello che avresti davvero voluto essere, dice invece il suo sguardo. Uno sguardo che sa di sconfitta, disillusione, di sfide forse mai cominciate. Confesso che avrei preferito un’allusione offensiva, un complimento fuori luogo. Gli avrei tirato un breccolone, insultato tre generazioni di zie, ma mi avrebbe fatto meno male. Lo ascolto e sorrido, mentre nel raccontarla, la vita che vorrebbe, sembra farsi via via meno immaginaria e più reale. Chissà quante volte l’avrà pensata, mi dico. I tratti del suo viso si distendono, l’occhio si fa vispo, come se la brezza gli entrasse nel cervello, quasi a rinfrescare luoghi in cui asfissiava da troppo tempo. Ed improvvisamente è come se fosse ancora sul motorino, a guardare il culo alle ragazze. Come se un futuro diverso fosse ancora possibile. Senza il figlio disabile, la moglie disoccupata e le rate da pagare che si frappongono oggi fra lui e quel domani. Sta cercando il vento, quello sì, ma non quello del mare. Sta cercando il vento della vita, che gli regali un po’ di movimento. Il respiro di un momento, ma più a parole che a fatti. Questo fa di lui un cazzaro? Non lo so. Ma so che a volte ti somiglia più un sogno che la tua vita stessa. Ciao Guys.