JAMBOREE

Quando c'è la salute c'è tutto. O quasi.


 Dormo poco, mangio male, vivo peggio. Sarà che sono agitata, quasi isterica. Forse anche malata di mente. Le responsabilità mi ammazzano, le difficoltà mi segnano, il quotidiano diventa un'infinita montagna da scalare. Fossi vissuta due tre secoli fa mi avrebbero spedita in campagna per guarire i miei nervi scossi. O ad accompagnare la zia, zitella, in un lungo viaggio in nave fino in America. Il comandante, bello, tenebroso e fidanzato con una tipa in sedia a rotelle che non amava ma con cui stava per un voto d’amore, sarebbe stato Colin Firth. L’avrebbe mollata per me, ça va sans dire. Scoprendo che lei camminava benissimo e che l’aveva sempre ingannato con la finta malattia per tenerlo stretto a sè. La stronza. Fossi almeno ancora una ragazzina, potrei addormentarmi sognando un domani migliore, un luminoso futuro ed un quotidiano sereno. Credere davvero che la Fatina Chiattona possa portarsi via brutti e brutture, facendoti dormire in un letto di piume, lasciandoti la pelle come il culo di un bimbo. Ma vivo nel 3000 e ragazzina non sono, ed ho scoperto da mo’ che il domani migliore è meno probabile dell’apparizione della Madonna di Fatima. Sul luminoso futuro lascerei perdere: l’unica cosa che cambia davvero dopo i 30 anni è la forza di gravità delle tette. Per cui eccomi qui, con l’aspetto rilassatissimo di un ostaggio che sta per registrare un videomessaggio, fresca e pronta per affrontare la giornata con la tranquillità di chi sta per entrare nella gabbia dei leoni. Cosparsa di simmenthal. Per cui che dire? Solo una cosa: Fatina Chiattona, vaffanculo.