Creato da pantouffle2011 il 28/09/2011

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Belli di mamma

Giusto stamattina mia mamma è partita con la solita solfa: che si è sacrificata per noi, che ha dedicato la vita a noi figli and so on. Vero, verissimo. Più vero del vero. Ma a parte che nessuno le ha mai chiesto di farlo, voglio dire, e comunque non è che io e mio fratello si sia proprio dei disgraziati che le han dato solo dispiaceri. Anzi, magari qualche soddisfazione, piccola, c’è anche scappata.

Ma a parte questo, secondo me s’è anche divertita. Perché se negli anni ci ha fatto fare tante figure di melma, non può essere tutto merito del caso: un po’ di impegno deve avercelo messo anche lei.

Oggi per esempio aveva in mano una foto di quel povero cristo di mio fratello. Bello come il sole, va detto. Stuoli e stuoli di femmine han versato fiumi di lacrime per lui. Di quelle che non avevano visto le sue foto di bambino naturalmente.

In quella particolare fotografia, ma poteva essere qualsiasi altra, mio fratello indossava una sahariana beige. Una sahariana vi rendete conto? Foulard di seta al collo, capello a leccata di vacca, vestito in quel modo avrebbe tranquillamente potuto dare la caccia a tutti i leoni del condominio; oppure ordinare una sambuca al bar: tutto tranne che condurre una vita normale. Poi uno si chiede come mai sia venuto su così.

Ma nemmeno con me s’è risparmiata, che credete. Porto ancora le conseguenze di certi vestitini fatti a maglia traforata che non vi dico. Ma erano di lana, direte voi. Certo, ma erano bucherellati. Ci passavano le dita nei fori. In pieno inverno. E tutti a dire, “Ma che braaaava la tua mamma”. E io facevo due polmoniti al giorno.

Perché non so se lo sapete, ma avere una mamma con la mania del tricot è peggio di una maledizione. Non ne esci.

“Semplicemente meravigliosa”, dicevano le mamme delle mie compagne, con gli occhi a cuore e le mani giunte. “Semplicemente ridicola”, ripetevano invece le mie amiche, con la bocca a cappa per il gran ridere. E hai voglia a spiegare al bidello che quello che c’hai sul berretto è un bellissimo fiore realizzato all’uncinetto dalla tua mamma che ti vuole tanto bene: per lui sarai sempre e solo quella con il tortellino in testa. E non c’è altro da dire.

E poi sfatiamo una volta per tutte il fatto che tricot voglia dire amore di mamma: amore di mamma una cippa. Se si contano gli incidenti occorsi negli anni era meglio se mi vestiva di filanca.

Una volta mi ha fatto indossare dei pantaloncini di mohair (con i pon pon!) dimenticando però di mettere le mutandine sotto. Essendo io allergica alla lana mi ha dovuto fare gli impacchi di borotalco e menta per giorni. E a 8 anni non è che sai dare tante spiegazioni sul fatto che le tue parti intime profumino di menta piperita.

Tralascio il particolare che essendo io magra come un chiodo ogni cosa mi scivolava addosso, per cui a 8 anni sfoggiavo già i pantaloni giromutanda. Serve proprio che aggiunga che a quel tempo andavano di moda i pantaloni a vita altissima? Non credo.

Ma la fase più pericolosa l’ho attraversata quando mia mamma s’è buttata anima e corpo nella realizzazione dei calzini. Quelli che puoi usare per casa, gli antiscivolo di una volta. Solo che allora mancava l’anti, c’era solo lo scivolo. Per cui dopo due minuti che li avevi ai piedi, sui pavimenti tirati a cera facevi certi voli che sembravi un ubriaco sul ghiaccio di notte con la nebbia. “Così impari a correre”, sentenziava. Correre..? mi sarebbe bastato riuscire a stare in piedi. Ma vabbè.

Per questo, quando oggi mia mamma se n’è uscita con “Sai cosa mi piacerebbe proprio fare? Un bel maglione per te. Magari un bel cardigan, lungo, con il collo a scialle e il pelo davanti…”, la prima cosa che m’è venuta in mente è stata: uccidimi subito, ti prego. Un colpo secco e via. Purchè sia senza lana.

Ma siccome non ci vede quasi più ed è pur sempre la mia mamma, ho fatto finta di niente.

Ma quando uscendo si è raccomandata che guardassi bene a destra e a sinistra prima di attraversare la strada, un dubbio m’ha attraversato la mente: che avesse paura che qualcuno attentasse alla mia vita. Perché la demolizione della mia reputazione è con ogni evidenza una cosa a cui fa ancora troppa fatica a rinunciare.

Ciao guys.


 
 
 
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