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La calata di Ferragosto

Post n°221 pubblicato il 16 Agosto 2013 da pantouffle2011
 

 

Sono arrivati. Finalmente.

Quest’anno poi sembrava difficile, quasi impossibile: Claudio, il gestore dello stabilimento balneare, scuoteva già la testa, dubbioso fino all’ultimo, pronto a pianger tutte le sue lacrime e anche quelle di sua zia.

E invece eccoli qua. Chi? I turisti naturalmente.

Che da noi non è che arrivino in massa da tutta Italia, tanto per capirci. Anzi, si identificano in un’unica tipologia: i lombardi. Con i quali l’unica cosa che ci accomuna è la razza, quella umana. Per il resto ci dovrei pensare.

Perché “loro” li riconosci subito, quando arrivano la mattina: Il Sole sotto l’ascella, così gli lascia un bell’alone nero per l’inchiostro sciolto, che fa subito abbronzatura (e anche un po’ pirla), brioches e cappuccio (con molta schiuma mi raccomando, che se non fa il baffo non è buono… il caffè invece me lo fa doppio, ristretto, in tazza grande, ma scaldata a parte…). Neanche si son seduti che m’han già stressato il Claudio.

Poi finalmente lettino, asciugamano (e me la chiamano salvietta. Come mia nonna quando serviva il the la domenica).

Poi cremina 102 per il viso, crema 90 per il corpo.  Praticamente una muta con le maniche lunghe.

Ma alla fine di tutto questo ambaradan ecco che finalmente arriva il sorriso beato di chi ha smanettato tutto l’anno, fra capo, lavoro, figli, spesa e mezzi pubblici e finalmente, vaffanbrodo tutti, ci caccia una settimanina di ferie come si deve. Si sdraia a 4 di bastoni e basta là. Che non ce n’è per nessuno.

Bello. Bellissimo.

Ma poi, dopo 5 minuti 5, li vedi guardarsi attorno smarriti, sgomenti. E la domanda gliela leggi chiarissima in faccia, stampata in Arial 2500: E ADESSO CHE CASPITA FACCIO???

Perché l’abitudine a correre è troppo forte, quando è tutto un su e giù per fare in tempo poi non riesci più a staccare.

Invece quando sei al mare il tempo scorre lento, segue altri ritmi.

Solo che a far niente ci vuole il fisico. Ci vuole allenamento. E’ quasi roba da disoccupati professionisti, per dire.

I più volenterosi li vedi, che vanno a giocare a racchettoni, o a beach volley.

E io mi domando: ma dove vai se la cosa più sportiva che hai fatto negli ultimi 12 mesi è stato allungare un piede per bloccare l’ascensore e stendere un braccio per prendere il telecomando? E anche allora hai dovuto portare un corsetto per riprenderti dallo strappo.

Infatti, tempo 10 minuti e li vedi portare fuori dal campo a braccia. Quelli che non si fratturano anche un polmone, ovviamente.

Però una cosa bisogna riconoscerla:  il lombardo è disciplinato. Ah sì sì, mica come noi adriatici che è tutto un mangiare, agitarsi, fare avanti e indietro dal bar per vedere e farsi vedere. No no, loro sono organizzatissimi: all’una in punto si mangia sotto l’ombrellone. Ci puoi regolare l’orologio da quanto son precisi. E cosa mangiano? L’insalata di riso. Tutti.

Mica il grissino con la salsiccia come noi cialtroni, che non c’abbian voglia di far niente, chè il vapore della cottura ci arriccia i capelli e anche tagliare 2 wurstel ci fa fatica.

E poi li senti raccontare di crisi, di extracomunitari che rubano il lavoro, che scippano, stuprano e spacciano.

Noi i vu’ cumprà li chiamiamo per nome.

Il mio preferito è Mario, nato e cresciuto a Brescia. Ha 17 anni, gira con la maglietta di Balotelli, quell’altro Mario che ha avuto più fortuna di lui. Vende borse di Dolce & Banana e mi fa morir dal ridere con quell’accento bresciano così marcato e l’ingenuità di un ragazzino che fa la vita di un uomo. E penso a mia nipote, stessa età, da un mese a Londra ad imparar l’inglese, che si lamenta per il caldo e la paghetta. E mi vien la tristezza. Perché la vita a volte è proprio ingiusta.

Ma nel tuo paese ci sono gli squali? Gli chiedo sempre. E lui se la ride, perché ha imparato da tempo che non è degli animali che bisogna avere paura. E certo noi tipe sempre a dieta gli facciamo 1000 volte più impressione.

Perchè è così per tutti, siamo strani l’uno agli occhi dell’altro.

O forse, come dice il mio vicino di ombrellone, volti le spalle a Milan e ti te trovi in mezzo ai negher. Anche se sei sulla riviera adriatica.

Ma anche questo è Ferragosto.

Ciao guys.


 
 
 
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