Creato da: Led_61 il 23/01/2011
Internet: mie riflessioni

Netiquette

Nei limiti del possibile cerco una sana convivenza con chi intrattengo rapporti in questa area virtuale, non sempre è possibile ...

Non sono in cerca dell'anima gemella o di avventure ma mi fa piacere scambiare opinioni sui più svariati argomenti con persone aperte di qualsiasi razza, sesso, religione o credo politico che non nutrano pregiudizi di sorta.
La perodicità dei post e la risposta ai commenti è influenzata dai miei impegni.
Non cancello mai i miei post al limite effettuo qualche restyling riguardo a parole ed immagini senza stravolgerlo troppo e sono disposto a farlo solo se violo il copyright di qualche utente.
I commenti sono liberi senza alcun filtro.
Bannare è un termine che non fa parte di questo codice, perchè la vedo come una misura di ritorsione che non ha senso in un mondo così etereo e impalpabile ed in cui è facile occultarsi dietro improbabili profili.
Sono diretto rispondo con post, che talvolta hanno un linguaggio ermetico ma fanno comprendere il mio disagio di fronte a situazioni e persone che non hanno desiderio di un sano confonto, ma preferiscono celarsi e giocare sugli equivoci giocando troppo con le parole mentre lo scrivente pur amando l'ironia rimane una persona con saldi principi maturati nel suo mezzo secolo di vita.
Come non sono stato protagonista attivo nell'attività di bannaggio, allo stesso modo non ne sono stato oggetto (fino ad oggi), indice che i miei post o racconti sono moderati e non urtano troppo la sensibilità dei lettori, anche perchè questo è un luogo di riflessioni personali anche abbastanza intime aperto ai commenti di chiunque.

 

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Se qualcuno ritenesse che abbia leso un suo diritto d'autore me lo faccia sapere e l'immagine o testo verranno rimossi.

L'argomento e il tenore di certi post sono adatti ad un pubblico adulto e la lettura ai minorenni è sconsigliata.

 

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Crisi e dintorni: il tenore di vita

Post n°215 pubblicato il 17 Marzo 2015 da Led_61
 

 

 

E' una componente fondamentale per il nostro benessere in una società in cui la persona viene valutata in base al suo reddito  e quindi al suo potere d'acquisto assieme alla sua propensione al consumo.
La società postindustriale in cui viviamo crea degli status symbol che rendono visibilità e senso di appartenenza  e che danno rilievo sociale all'individuo con l'amplificazione dai media, dipendenti in  toto dalla pubblicità per spingere ad un consumismo esasperato e creare un uomo teleguidato nella sua propensione all'acquisto.
Soggetti che non sono molto attirati da questi status symbol  (lo scrivente) tendono ad avere irrilevanza sociale e in quanto non facenti parte di categorie da identificare quali target di mercato vengono guardati quali reliquie di un tempo passato, forse perché ad una certa età si ragiona di più con la propria testa e si reagisce in  maniera attiva e reazionaria a questo martellante invito all'acquisto.

Questa è una premessa indispensabile per arrivare all'argomento del post perché proprio guardando agli status symbol posseduti viene valutato il nostro tenore di vita come ad esempio  l'appartamento  dove viviamo, la nostra automobile, il nostro abbigliamento o il nostro smartphone.
Il tenore di vita può poi essere più o meno corrispondente al nostro reddito questo perché la società postindustriale si fonda su un continuo ricorso al credito e spesso più aumenta il nostro indebitamento per ottenere questi status symbol e più aumenta l'interesse per noi quali utilizzatori di ulteriori finanziamenti che ci rendono disponibili nuovi status symbol con cui possiamo sostituire i precedenti.
Siamo spinti a lavorare di più non solo per fare carriera e migliorare il nostro ruolo sociale ma anche per poter possedere nuovi segni di distinzione sociale.
In un diagramma il tenore di vita deve sempre salire o rimanere allo stesso livello, non è contemplata una linea in discesa pena la nostra estraniazione  dal contesto sociale in cui siamo inseriti e sguardi di compassione che accompagnano le nostre giornate. Sono condizionamenti necessari per il perpetuarsi di una società capitalistica che deve omologare l'individuo e renderlo consumatore inconsapevole, l'importante è che la sua propensione al consumo segua sempre una curva ascendente.

Gli strumenti finanziari si evolvono di continuo e la base monetaria reale sottostante agli stessi si assottiglia sempre più con la creazione di mercati secondari per rifinanziare i debiti contratti in quelli primari ed in questo processo sono coinvolti stati, imprese e persone valutati in base alla loro solvibilità futura con una visione contorta di una economia in continua espansione che deve produrre di più senza guardare alle conseguenze che questo comporta per l'ambiente e l'individuo.

Spesso io, persona che ha dovuto ridurre di molto il proprio tenore di vita ,  trovandomi di fronte a sguardi compassionevoli perché non possiedo questi status symbol o ne dò importanza relativa, rimango sbigottito  per quanta considerazione godono a discapito di beni o servizi che ritengo ben più importanti per il benessere psico-fisico della persona. Ritengo inutile possedere tecnologia al massimo livello quando questa non so governarla o ho bisogno di consulenza continua per poter usufruire del mio cellulare intelligente, forse perché sono deficiente nell'utilizzo  del sistema operativo o delle applicazioni necessarie e quindi è meglio che miglioro le mie conoscenze informatiche prima di approcciarmi ad uno strumento troppo complesso perché corro il rischio di utilizzarlo solo al 50% delle sue possibilità.
Oggi si tende ad usare gli strumenti anche senza conoscerli e diventa quasi una ostentazione a rivendicare la propria capacità ad essere consumatori aggiornati e evoluti. Il tutto è comprensibile per una persona giovane e vogliosa di inserirsi in una società sempre più robotizzata e in cui i  programmi rendono il lavoro sempre più preciso ed efficiente, meno per chi li accetta passivamente diventando un semplice target di mercato.

Gli strumenti finanziari a disposizione spingono  ad acquistare a rate, visti anche i bassi interessi proposti,  ma il leasing delle auto ad esempio è impostato per far si che il cliente non ritenga opportuno riscattare la sua vettura ma veda con convenienza la sottoscrizione  di uno nuovo contratto per possedere una vettura più all'avanguardia. Il concessionario si troverà una vettura seminuova che proporrà ad una clientela meno abbiente con la sottoscrizione di un altro leasing per cui aumenta il parco macchine non di proprietà e questo vale soprattutto per la clientela aziendale. L'aumento dell'indebitamento delle famiglie è un dato appurato, il tutto per mantenere il tenore di vita richiesto dalla società per il ruolo ricoperto.
E' un ingranaggio in cui una volta entrati risulta improbo uscirne proprio  per i costi nascosti sottesi ad ogni forma di finanziamento proposta e riconoscibili chiaramente solo dagli addetti ai lavori. Quindi è meglio che il consumatore sia ignaro ed inconsapevole e che si faccia attirare dallo specchietto per le allodole ( solo tot. € al mese) senza andare troppo nei dettagli ed è in tal modo che viene visto l'acquirente da parte delle aziende.

 

 
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