Creato da: Led_61 il 23/01/2011
Internet: mie riflessioni

Netiquette

Nei limiti del possibile cerco una sana convivenza con chi intrattengo rapporti in questa area virtuale, non sempre è possibile ...

Non sono in cerca dell'anima gemella o di avventure ma mi fa piacere scambiare opinioni sui più svariati argomenti con persone aperte di qualsiasi razza, sesso, religione o credo politico che non nutrano pregiudizi di sorta.
La perodicità dei post e la risposta ai commenti è influenzata dai miei impegni.
Non cancello mai i miei post al limite effettuo qualche restyling riguardo a parole ed immagini senza stravolgerlo troppo e sono disposto a farlo solo se violo il copyright di qualche utente.
I commenti sono liberi senza alcun filtro.
Bannare è un termine che non fa parte di questo codice, perchè la vedo come una misura di ritorsione che non ha senso in un mondo così etereo e impalpabile ed in cui è facile occultarsi dietro improbabili profili.
Sono diretto rispondo con post, che talvolta hanno un linguaggio ermetico ma fanno comprendere il mio disagio di fronte a situazioni e persone che non hanno desiderio di un sano confonto, ma preferiscono celarsi e giocare sugli equivoci giocando troppo con le parole mentre lo scrivente pur amando l'ironia rimane una persona con saldi principi maturati nel suo mezzo secolo di vita.
Come non sono stato protagonista attivo nell'attività di bannaggio, allo stesso modo non ne sono stato oggetto (fino ad oggi), indice che i miei post o racconti sono moderati e non urtano troppo la sensibilità dei lettori, anche perchè questo è un luogo di riflessioni personali anche abbastanza intime aperto ai commenti di chiunque.

 

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Vini e storie

Post n°214 pubblicato il 08 Marzo 2015 da Led_61
 

                        

 

 

Inizio una rubrica dedicata a cibi e vini, con questo vino scoperto e apprezzato (anche troppo) durante un week end.
Qui ho scopiazzato in rete caratteristiche e storia.

 

Nella località Teroldeghe, nel comune di Mezzolombardo, in un atto notarile del 1480  per una compravendita si fa riferimento al pagamento di due brente di vino Teroldego. L'origine del nome potrebbe derivare o dall'uva Terodola o dal tedesco Tiroler gold ovvero "oro del Tirolo".

Il vino "Tirol de Gold" diventò famoso grazie all'imperatore d'Austria , grande amante della Contea del Tirolo, ed alla corte asburgica che desideravano bere questa pregevole bevanda anche a Vienna.

Si accompagna bene con bolliti, arrosti di carni rosse, grigliate e formaggi stagionati; giovane va servito a 16-18 °C, invecchiato a 18 °C.
Nel 1971 diventa il primo Doc del trentino  con vitigno autoctono e coltivazione a pergola trentina.

La piana rotaliana comprende i comuni di Mezzolombardo, Mezzocorona e la frazione di Grumo nel comune di San Michele all'Adige e corrisponde all'allargamento della Valle dell'Adige all'altezza di questo ultimo comune.

Colore: rosso rubino con riflessi violacei.   Profumo: fruttato, lampone e viola. Si sentono anche note vegetali mentolate, lievemente balsamiche.
Gusto: leggermente tanninico, robusto, con un tipico retrogusto di mandorla. Gradazione:  se supera gli 11,5% può fregiarsi della qualificazione "superiore", se invecchiato per un periodo minimo di 24 mesi può fregiarsi della qualificazione "riserva".
Invecchiamento: Il Teroldego è il vino ideale per l'invecchiamento, se ben conservato può esprimere al meglio le sue caratteristiche anche dopo 10 anni di cantina.

                                                                                                

La leggenda: il cavaliere e il drago Sul Monte di Mezzocorona.
Sospesi sulle sue rupi si vedono ancora i resti del Castel San Gottardo.
Si racconta che nelle grotte dell'eremo un tempo ci fosse un terribile Drago.
Un giorno un prode Cavaliere, il Conte Firmian, della famiglia storica di Mezzocorona, volle sfidare il Drago e così armato di lancia e spada, il Cavaliere si arrampicò sulla montagna per lasciare davanti alla grotta una ciotola di latte ed un grande specchio.   Il Drago, richiamato dal profumo del latte, uscì, ma vedendosi allo specchio rimase stupito e nello stesso tempo attratto.
Il Cavaliere ne approfittò e lo trafisse mortalmente. 
Tutta la popolazione esultò, portando per le strade il coraggioso cavaliere e il suo trofeo, il Drago ucciso.
Alcune gocce del suo sangue caddero nel terreno rotaliano, e da lì germogliarono i primi ceppi di Teroldego, ecco perchè ancora oggi i locali usano chiamare il Teroldego Rotaliano dal colore rosso rubino violaceo: Sangue di Drago.

 
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