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La Sindrome di Jenga


Siamo tutti come delle torri che si elevano verso l'alto, le cui fondamenta sono permanentemente minate da qualsiasi cosa. Siamo delle torri che possono raggiungere con una limitata solidità una determinata altezza. Quest'altezza rappresenta un po' il culmine della nostra crescita al di là del quale non ci è concesso andare se non attingendo a mattoncini che fanno già parte di noi. Il prezzo da pagare per la continua ricerca dell'equilibrio è sopportare tutto il peso della nostra torre nonostante la sottrazione dell'ennesimo mattoncino. È un gioco sadico, uno dei tanti giochini crudeli a cui mai ci si abituerà e non basta esercitarsi con regolarità a saper mantenere il baricentro perché questo si sposta di continuo ed è solamente dentro di noi in cui bisogna cercarlo, mantenerlo e soprattutto conservarlo. A volte, quando presumi di aver raggiunto la perfetta stabilità, arriva un evento che ti porta via quel mattoncino che non potrà mai più essere rimpiazzato e resterà, all'interno della struttura, un vuoto che farà per sempre parte di noi. Ogni volta che subiamo un lutto, sia esso la perdita di una persona cara o la rottura di un rapporto, è un po' come se vivessimo la "Sindrome di Jenga".L'equilibrio in fondo è una conquista, arriva solo dopo aver lottato ardentemente contro il mondo e qualche volta contro se stessi, quando ci si convince che il nostro baricentro sia collocato all'esterno e ci si appoggia completamente alla "solidità" di un'altra persona. Credo che questo sia l'errore più grosso e comune in cui prima o poi tutti vi incappano perché è troppo facile affidarsi al prossimo invece che esercitarsi quotidianamente a reggere contro tutte le avversità che la vita ci apparecchia, quei piatti spesso non graditi cui siamo costretti ad ingerire con disgusto insieme al sapore acido che contengono.E allora forza, continuiamo a giocare a Jenga con questa consapevolezza, a fare la massima attenzione affinché nessun mattoncino possa minare alla solidità della nostra torre e ci faccia miseramente crollare. Bastano pochi punti d'appoggio per scongiurare quel crollo e allora sì che quei vuoti ci aiuteranno a sostenere con più leggerezza le avversità della vita per allungarci sempre più verso la crescita e l'infinito.