GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

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>>>> Zone d'ombra: Da quando il mio dolore ha incrociato il mio piacere (by Frinfrillina).

Post n°666 pubblicato il 28 Giugno 2012 da sergioemmeuno

 

 

Scelgo Frinfrillina per presentarmi  nel blog dell'amico Sergio, e opto per questo nome perché così mi chiamava sempre mio padre quando ero piccola. Mi sono sposata per amore circa 20 anni fa e per parecchi anni sono stata innamorata di mio marito e quindi non l'ho mai tradito. Ci piaceva fare l'amore e sesso ovunque e fino a quando non siamo entrati in crisi è stato così.

Nel 2004 però ho scoperto che aveva anche un'altra relazione e anche se ho cercato di recuperare il rapporto tra noi, non sono più riuscita ad essere la stessa e durante i rapporti non mi è stato possibile raggiungere l'orgasmo. Nonostante questo non ho mai pensato di tradirlo, anzi, sono sempre stata dell'opinione che quello avevo preso e quello mi sarei tenuta sino alla fine della mia vita.

L'anno scorso invece ho iniziato una relazione con un uomo che ha quasi 5o anni, "senza rendermene quasi conto" mi sono trovata tra le sue braccia, lui è libero e le donne non gli son mai mancate, e in quanto a corteggiamento e non solo, devo ammettere che ci sa davvero fare. La nostra storia è partita in modo tenerissimo. Sembrava sentisse che avevo bisogno del mio tempo per carburare e che poi solo con il passare del tempo avrebbe potuto concedersi di rincarare la dose sino a farmi ritornare e sentire come ero un tempo.

Per quanto mi riguarda ero soddisfatta di aver raggiunto con "X" quella complicità, pretendere di più mi sembrava impossibile.

Invece un pomeriggio abbiamo iniziato a giocare a casa sua dopo una litigata e durante le ore successive ho scoperto che non mi conoscevo affatto come credevo. Quel pomeriggio lui ha iniziato a prendermi con forza, mentre lo faceva utilizzava un vocabolario non solo colorito, mi rimproverava come si sgrida una ragazzina: nel giro di poco tempo si è accorto che la cosa andava oltre al gioco e che mi garbava parecchio. A quel punto mi ha strattonata e messa sulle sue gambe e mentre mi sollevava la gonna ogni tanto mi allentava qualche schiaffo ben piazzato sulle natiche. Tra noi si era innescato un match strano e mentre lui si eccitava a fare il maestro severo, sopratutto io perdevo l'autocontrollo ad ogni suo colpo e non si ammortizzava di  certo se era sempre più sgargiante.

Rientrando a casa mi sono posta mille domande. All'inizio ero particolarmente stranita dalla mia reazione, ma nei giorni a seguire mi sono resa conto che i miei pensieri più caldi si dirigevano sempre verso quel tipo di approccio, ed era quello che vedeva la mia carne incrociare il dolore e provare immenso piacere.

Com’ è possibile che non lo abbia compreso prima che mi piaceva più di ogni cosa subire un pizzico di dolore e umiliazione? Giunta a questo punto il dolore che avrei accettato nei giorni a venire si sarebbe limitato a quello subito o avrei tollerato o gradito pure qualcosa di più? Non sono una schiava, lui non è di certo un master, eppure più il tempo passa e più tra le mie fantasie prende largo il ruolo di una donna a cui piace subire.

Ultimamente "X" mi ha proposto di andare in un privè con lui a Milano, accettare sul mio corpo mani di altri, e che poi tornando a casa lui mi avrebbe punita perché ho permesso di fare ad altri quello che solo lui doveva farmi: come fantasia mi eccita ma non credo sarò mai buona di fare una cosa simile. Mentre una cosa invece che sta facendo spesso è che, se entriamo in un bar o locale, mi spetta seduto al tavolino, poi mi dice di alzarmi e avvicinarmi a lui, mentre mi dice qualche parola un po' spinta e che mi imbarazza, mi solleva la gonna e mette le mani tra le gambe per poi dopo umiliarmi appena ce ne andiamo; infine parcheggia l'auto dietro ad un parco abbandonato dove noi andiamo spesso ad amoreggiare.

In quel posto sperduto si dice  che spesso ci siano dei guardoni in agguato e mi ripete spesso che, se mai se ne accorgerà che siamo spiati, vuol fare vedere a loro come mi piace essere castigata e come mi trasformo quando il mio corpo sente dolore: di questa cosa non nego di aver paura, mi spaventa l'idea che qualcuno nel vedermi così perda il controllo o che "X" nel vedere che si stanno eccitando decida di farmi toccare e metterci a rischio di qualcosa che oltrepassa il limite. (Mi eccita pure se devo essere sincera, ma solo come fantasia!!!)

Insomma, mi piace la sua mano decisa sul mio corpo, impazzisco ogni volta che morde o mi pizzica facendomi prima gridare e poi subito dopo bagnare.

Puntualmente esplodo quando mi dice che le prime volte sembravo una bimba pudica e quasi inesperta mentre ora sono indomabile, capricciosa e perversa più di quanto lui stesso potesse sperare. A 43 anni ho scoperto di essere non solo la donna calda e un po' incosciente, ma anche una che nel essere sottomessa prova piacere, così tanto piacere che spesso mi bastano solo certe parole per sentire il piacere fluire dentro e fuori di me. 

Più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto sia importante per la mia persona sentirmi punita o dovermi offrire quando e come vuole lui senza proferire troppe parole. Per molti e molte può sembrare assurdo che io sia qui a scrivere di questa mia giovane scoperta,  e di certo non ignoro il rischio di essere giudicata con severità, ma se ho accettato è solo perché il padrone di casa ha deciso che una mia confidenza fatta in privato potesse risultare interessante da pubblicare.

Una cosa sola voglio aggiungere, ed è che in questo periodo mi sono fatta diverse domande su tutto ciò, e sono arrivata anche a pensare che quando ero piccola mio padre lo vedevo poco perché lavorava in Svizzera, quando rientrava anche se lo facevo incavolare finiva sempre per perdonarmi e dire che non voleva avessi un brutto ricordo quando era lontano; ho sempre amato mio padre ma forse certe sue sculacciate mi sono mancate e forse anche certe lavate di testa da chi mi era vicino e, guarda caso, sempre perché avevo un padre che non viveva molto con me: sono quindi cresciuta con la grinta di una che doveva sgomitare perché non lo aveva vicino. Presto ho assunto ruoli di un certo tipo per essere all'altezza della sua assenza, ma forse, dentro me, quella bambina è rimasta parcheggiata e ha aspettato qualcuno che le dicesse "non si fa!", "fai questo e quello" o "visto che fai la cattiva ti meriti questa o quella punizione".

Non posso essere certa sia vera come spiegazione, di certo non tutti avranno la stessa mia reazione o necessità: fatto sta che su me il dolore e le punizioni scatenano qualcosa di inspiegabile che evidentemente mi fanno star bene.

 By http://spazio.libero.it/frinfillina/

p.s. Scusatemi, ho provveduto a cambiare il tag, in effetti "borderline" era fuorviante. Mettetevi anche nei panni di chi deve curare un blog e fa i salti mortali: purtroppo non siamo robottini e capita l'appannamento che ti fa scivolare su una buccia di banana... "Zone d'ombra" mi sembra azzeccato. Che dite?

                                     

con affetto         Sergio

Uno che ci mette la faccia, sempre.

 
 
 
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