GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

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Ancora sul parassita dell'Invidia....

Post n°618 pubblicato il 08 Maggio 2012 da sergioemmeuno
 

  

  

   Salve a tutti. L’altro giorno mi sono affacciato sul blog di una cara amica (Moonlight), e sono intervenuto su un post che affrontava il tema dell’invidia. E già qui, lo confesso, mi si sono addrizzati i peli da istrice, perché la Marchesa Invidia è forse il peggior incontro che la nostra Natura possa fare. E’ un sentimento negativo con l’aggravante che è passivo, è come un parassita che ti attende al varco, e inizia a succhiarti quando le cose si mettono malino… E non ho potuto fare a meno di evidenziare il mio disprezzo assoluto. Rimedio: metaforiche pedate nel culo ai miseri soggetti.

   Un’altra navigante, buon per lei, ha invece espresso un pensiero nobile: l’invidia stessa chiede sempre un dazio salatissimo a colui che la ospita: quindi, bisogna essere indifferenti verso questi “malati”. Non ho nulla da obiettare, per carità, è ovvio che l’invidioso vive malissimo. Ma, sulla sponda opposta, a noi ci sono richiesti equilibrio e saggezza. Non se ne voglia la navigante, ma non mi sembra che ci si arrivi con tutta questa facilità...

   Un conto è parlare a “bocce ferme”, oppure quando le nostre vicende vanno a gonfie vele. Altro discorso quando indossiamo la sudicia tuta di lavoro, operiamo nella grande Officina della vita, e il vento ci diviene ostile, sicché imbocchiamo il tunnel dei momenti difficili – lavoro, affetto o altro –, e noti quegli occhi che si ringalluzziscono per le nostre sofferenze (ce ne sono, ce ne sono…). Voglio proprio vedere quanti di noi sono capaci di rimanere distaccati dall’alto della propria superiorità.

   Insomma, mi sbaglierò, penso che il percorso è possibile ma assai faticoso.

   Comunque, sì, bisogna essere ottimisti! 

 

 
 
 
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