Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

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« FelicitàINCUBI »

Ricordando Pessoa

Post n°633 pubblicato il 13 Giugno 2019 da lorifu
 

 

Oggi, 13 giugno 1888, nasceva Fernando Pessoa, lo scrittore e poeta portoghese che porto nel cuore da quando lessi il "Libro dell'inquietudine" che da allora giace sul mio comodino, come un breviario. Girando per Lisbona ho avvertito la sua presenza, nessuno come lui è riuscito a far percepire gli odori, i colori, le dissonanze, la luce di una città che porta impressi i segni della "saudade", così ben descritta da questo straordinario scrittore di cui non posso non leggere qualcosa ogni giorno. 
I suoi diversi eteronimi, tutti con caratteristiche diverse, gli altri da sé di cui si serviva per rappresentare le tante voci che lo abitavano, erano un modo per rappresentare la parte più sincera di sé anche se lui sentiva di vivere in maniera fittizia.

Lo propongo con due poesie che senz'altro tutti conoscono.

Tutte le lettere d'amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridicole.

Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
come le altre,
ridicole.

Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d'amore
sono
ridicoli.

Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d'amore
ridicole.

La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.

(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente
ridicole).

Fernando Pessoa - Poesie
da "Una sola moltitudine"
traduzione dal portoghese Antonio Tabucchi e Maria José de Lancastre

AUTOPSICOGRAFIA
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.
1° aprile 1932 

 
 
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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