ESSERE NON APPARIRE

Reginella


Il panorama della canzone napoletana è sicuramente di una vastità disarmante ma perfettamente comprensibile considerando che essa trae le sue origini nel XIII secolo, ai tempi della fondazione dell'Università partenopea istituita da Federico II di Svevia. Nata dall' amore per la poesia, questo genere musicale giunge a conquistare l' Europa dalla fine del settecento. Durante il secolo successivo, la nascita dell' opera buffa napoletana influenzò non solo  il canto ma anche la teatralità delle canzoni e delle arie dell' opera seria. La canzone napoletana rappresenta uno dei punti di eccellenza della canzone italiana ed i suoi brani sono stati sovente interpretati da numerosissimi artisti di fama mondiale tra i quali Enrico Caruso, Roberto Murolo, Placido Domingo, Josè carreras, Mina e Luciano Pavarotti.
Una tra le più belle canzoni della tradizione napoletana è, senza dubbio, "Reginella": composta da Libero Bovio nel 1917 su tempo di valzer del maestro Gaetano Lama. Il testo è ispirato ad un amore che oramai è parte del passato e ad una ragazza di nome Reginella che ha radicalmente cambiato la propria vita: mentre in precedenza, con il suo fidanzato, mangiava "pane e cerase" adesso è diventata una sciantosa; indossa abiti scollati, frequenta gli ambienti raffinati dei cafè-chantan (il primo dei quali, il Salone Margherita, venne aperto a Napoli nella galleria Umberto I) e parla con accento francece.
 
Tuttavia, nonostante il successo e l' agiatezza, quell' amore, talvolta, riaffiora ancora. Una "rielaborazione" mirabile di questa opera ce la ha regalata Claudio Baglioni che, con la sua splendida voce e la sua profonda sensibilità di artista, ha colto la dolcezza e la malinconia di cui questi versi sono intrisi per creare poesia.
Questa canzone è la storia di un amore che permane anche quando ci si perde nel dedalo dell' incomprensione, degli eventi e del destino di cui, sovente, siamo artefici. Vivo e, pertanto, ancora raggiungibile nel mio cuore che batte con sentimento. Non perdiamo mai l'amore che proviamo. Un dolce abbraccio. Carla